mercoledì 31 dicembre 2008

STRANGE DAYS

In qualche parte del mondo è già domani.
Anything is possible....nothing is forbidden.

Un nuovo anno pieno di desideri, di emozioni, di sospiri e di batticuore.

UN NUOVO ANNO!!!

venerdì 12 dicembre 2008


Scendo le scale dell'uscita dell'aeroporto di Fiumicino e sorrido.

Settimana 12/18 dicembre 2008 - Ariete (21 marzo - 19 aprile)

È ora di dare una festa per tutte le persone che sei stato e per tutti i sé che vivono dentro di te. Invita l'adolescente che ribolliva di potenzialità frustrate e il bambino di quattro anni che pensava solo ai giochi. Chiama anche il tuo io lamentoso ma pieno di speranze, che dall'ombra ti sfida a chiedere di più, e l'eroe coraggioso che a volte si lancia in imprese apparentemente impossibili inseguendo la felicità. E non dimenticare le personalità che hanno contribuito a fare di te quello che sei. Festeggia la tua diversità interiore. Stupisciti di quanto sei bravo a cambiare.


(Thank you Maria)

mercoledì 10 dicembre 2008

La bellezza del tornare indietro

Eppoi il dolore va via.
La rabbia va via.
Resta solo l'affetto, profondo e viscerale, che provi e sai che non svanisce.
Ti guardi negli occhi e ti dai un nuovo inizio.
Con tutto l'amore che puoi.

Allora tutto quello che hai detto o pensato è solo rumore di fondo.
Desidero.
Desidero.
Desidero.
Così intensamente che sembra avverarsi.

domenica 7 dicembre 2008

Amicizia - parte seconda

Getto la spugna!!!
Ci sono cose che non si controllano.
Per le quali un equilibrio è impossibile.
Quando ad ogni passo, volente o nolente, acciacchi una merda, allora è tempo di lasciar perdere.
Fa male.
Fa malissimo.
Ma almeno è un taglio netto.
Ancora una volta.
Col rimpianto di aver fallito ma sapendo di averci provato, provato, provato e ancora provato.
Il resto "is history".

giovedì 4 dicembre 2008

Amicizia - parte prima

Con amicizia si indica un sentimento di affetto vivo e reciproco tra due o più persone dello stesso o di differente sesso. Insieme all'amore, è uno degli stati emozionali fondanti della vita sociale. In quasi tutte le culture, l'amicizia viene intesa e percepita come un rapporto alla pari, basato sul rispetto, la stima, e la disponibilità reciproca, che non pone vincoli specifici sulla libertà di comportamento delle persone coinvolte. In genere, si distinguono diversi gradi di amicizia, dall'amicizia causale legata a una simpatia che emerge fortuitamente in una certa circostanza magari in modo temporaneo, all'amicizia cosiddetta intima, ovvero associata a un rapporto continuativo nel tempo fra persone che arrivano a stabilire un grado di confidenza reciproca paragonabile a quella tipica del rapporto di coppia.

Confucio elencava cinque tipi fondamentali di relazioni interpersonali. La relazione fra imperatore e suddito, quella fra padre e figlio, la relazione fra uomo e donna e quella fra fratello maggiore e fratello minore. Tutti e quattro questi tipi di relazione sono gerarchici, fra superiore ed inferiore. Esiste però una quinta relazione che non è gerarchica, ma avviene fra uguali: è l'amicizia.

Per Aristotele la distinzione più importante è quella fra amicizia fondata sull'utile e quella fondata sulla virtù, l'unica che merita il nome di vera amicizia.

Primo significato: i conoscenti. La maggior parte delle persone che consideriamo nostre amiche sono, in realtà, solo dei conoscenti. Persone, cioè, che non ci sono lontane come la totalità amorfa degli altri. Sappiamo che cosa pensano, che problemi hanno, li sentiamo affini, ci rivolgiamo a loro per aiuto e li aiutiamo volentieri. Abbiamo con loro buoni rapporti. Però non abbiamo una profonda confidenza, non raccontiamo loro le nostre ansie più segrete. Vedendoli non ci sentiamo felici, non ci viene spontaneo di sorridere. Se hanno successo, o ricevono un premio, o hanno un colpo di fortuna, non ci sentiamo felici come se fosse successo a noi. In molte amicizie di questo tipo c'è addirittura invidia, maldicenza, antagonismo. I rapporti ostentatamente cordiali, talvolta, coprono una realtà conflittuale, o una profonda ambivalenza. Certo, queste persone non ci sono estranee, ci sono anzi vicine. Ma perché dobbiamo chiamare amicizia relazioni affettive così diverse? Siamo di fronte ad un uso improprio del termine. Lo era nel passato e lo è oggi.

Secondo significato: solidarietà collettiva. Occorre inoltre distinguere, così come avevano già fatto gli antichi, l'amicizia dalla solidarietà . In questo secondo senso, amici sono tutti coloro che stanno dalla nostra parte, per esempio in una guerra. Da un lato gli amici, dall'altro i nemici. Questo tipo di solidarietà non ha nulla di personale. Colui che porta la mia stessa divisa è amico; ma di lui non so nulla. A questa stessa categoria appartengono le forme di solidarietà che si costituiscono nelle sette, nei partiti e nelle chiese. I cristiani si chiamano fra loro fratelli o amici. I socialisti compagni, i fascisti camerati. Siamo sempre, però, in presenza di legami collettivi, non di rapporti rigorosamente personali.

Terzo significato: relazioni di ruolo. È la classe delle relazioni di tipo personale, ma basate sul ruolo sociale. Abbiamo qui l'amicizia secondo l'utile, sia quella dei soci in affari, sia quella dei politici. Questo tipo di legami ha ben poco di affettivo, e dura finché dura l'utile da salvaguardare. Vi troviamo, inoltre, molte relazioni professionali, fra colleghi di lavoro e fra vicini di casa.

Quarto significato: simpatia e amichevolezza. Arriviamo, infine, alla categoria costituita dalle persone con cui ci troviamo bene, che ci sono simpatiche, che ammiriamo. Anche in questo caso, però, occorre essere prudenti ad usare l'espressione amicizia. Spesso si tratta di stati emotivi labili, superficiali.

Quinto significato: amico personale, a cui vogliamo bene e che ci vuole bene. Quest'ultimo tipo di amicizia appartiene ad una classe più ristretta di relazioni interpersonali: le relazioni di amore. Quando pensiamo ai nostri amici più cari, alla vera amicizia, pensiamo ad una forma di amore fra persone. È facile distinguere l'amicizia dalle relazioni sociali più superficiali, dai rapporti utilitaristici o da quelli fondati su ruoli professionali.


"Tre dunque sono le specie di amicizie, come tre sono le specie di qualità suscettibili d'amicizia: e a ciascuna di esse corrisponde un ricambio di amicizia non nascosto. E coloro che si amano reciprocamente si vogliono reciprocamente del bene, riguardo a ciò per cui si amano. Quelli dunque che si amano reciprocamente a causa dell'utile non si amano per se stessi, bensì in quanto deriva loro reciprocamente un qualche bene; similmente anche quelli che si amano a causa del piacere. (...)L'amicizia perfetta è quella dei buoni e dei simili nella virtù. Costoro infatti si vogliono bene reciprocamente in quanto sono buoni, e sono buoni di per sé; e coloro che vogliono bene agli amici proprio per gli amici stessi sono gli autentici amici (infatti essi sono tali di per se stessi e non accidentalmente); quindi la loro amicizia dura finché essi sono buoni, e la virtù è qualcosa di stabile; e ciascuno è buono sia in senso assoluto sia per l'amico. Infatti i buoni sono sia buoni in senso assoluto, sia utili reciprocamente.

(Aristotele, Etica Nicomachea, cit., libro VIII, cap. 3, pp. 196-199).



domenica 30 novembre 2008

Hold me (D.Silvestri)

Hold me tightly, never let me go
keep your memories inside I don't want to know
it's not the first time, it shouldn't be the last
so just hug me baby and forget the rest
hold me quietly any word is vain
sembra già perfetto and you don't need to explain
tomorrow is so far but tonight is true
non capisco baby, non ti seguo più

io non ho le parole da dirti o il coraggio di farti capire, darling
cosa sai di me
ma se solo una volta, un'unica volta mi guardi negli occhi e non parli
magari
puoi sentirmi piangere


Hold me, love me, ma che senso ha
stare così bene se non durerà
Hold me, trust me don't you go away
io impazzisco baby e tu invece pensi che

che anche questa storia finisce e come tutte le storie alla fine sparisce
honey
e questo non mi va
ma non è questa stupida lingua è la vita degli altri
che insegna e ferisce, e domani ci dividerà

e invece
e invece tu non sai...

venerdì 28 novembre 2008

Mare dal molo

[...]

Perchè in fondo il mare ha un lato
un solo lungo lato blu
e anche lo sguardo più allenato
non può vederne mai di più

mentre chi vive accanto a un fiume
anche se è grande come qui
vede benissimo il confine
e non può credere ai miracoli
[...]

Qui non è successo niente
e non credo cambierà
come quest'acqua tra le sponde
non si ferma, ma in realtà

non ha mai cambiato il senso
e del resto come può
a quel mare io ci penso
ma mi fa paura... un po'.

mercoledì 26 novembre 2008

Spocchia dirigenziale

Ascolto (in)attivo
...e io che vorrei altro... si ma cosa?
Fastidio della consuetudine.
Voglia di novità.
O forse sento che è alle porte e vorrei accelerasse.
Vieni da me ogni tanto.
Vieni per me.
Cercami per un sospiro.
Scrivimi una parola sola.
Portami lontano con il pensiero.
Adagio.
Adagiati.
Fato e desideri.

venerdì 21 novembre 2008

Ricordi sbocciavan le viole
con le nostre parole
"Non ci lasceremo mai, mai e poi mai"

Correre

Nel buio di una sera d'inverno, con un leggera pioggia che scende. Fuori l'odore delle foglie intrise e il rumore dei tuoi passi attutiti.
Vorresti correre, via, veloce, per sentire il cuore che ti batte all'impazzata.
Vorresti urlare, un urlo di gola, profondo come la morsa che senti allo stomaco.
Suoneresti tutti i campanelli di un palazzo.
Sfrecceresti in auto con lo stereo al massimo solo per sentire le vibrazioni del suono distorto.
Veloce, velocità, vento, vortice.
Spostata come una foglia.
Invece aspetti.

domenica 16 novembre 2008

Autunno al mare - Liga courtesy

Se ti vuoi
fidare davvero di me
Fallo fino in fondo
Oh, fino in fondo.
Fatti piu' vicina
Regalami il tuo sogno
Regalami il tuo sogno
te lo custodirò
te lo conserverò
finchè ne avrai bisogno
Regalami il tuo sogno.
Guardami negli occhi
deciderai poi
se aver paura
Regalami il tuo sogno
Regalami il tuo sogno
te lo conserverò
te lo custodirò
finchè ne avrai bisogno

giovedì 13 novembre 2008

devi e/o puoi. Vuoi?

lunedì 10 novembre 2008

- Profondamente me -

Apro gli occhi al nuovo giorno, se fossi un uomo li aprirei al nuovo giorgio.
Il gatto, o meglio la gatta sul tetto che scotta, miagola per il cibo. Scatoletta, apri-scatoletta, cucchiaino e verso nel piattino per il gattino, è domenica!! Tutto è più rilassato e anche il vezzeggiativo ha il suo perchè.
Cucinare o non cucinare, se Hamlet (o omelette?) non fosse stato un principe forse sarebbe stato un ranocchio. Ma il dubbio rimane.
Domani è un altro giorno, infatti è lunedì, e tutto scorre e torna a essere l'inizio di una nuova setimana; panta rei ma anche panta-loni visto che il clima non è cosi climente. Deprimente, quattro parole in fila per 6 col resto di 2, rigirate alla bell'è meglio per raccontare una domenica mattina di sole in provincia. Onde siccome suole, ornare ella s'appresta, deliri di un giorno di festa.

domenica 9 novembre 2008

Vorrei che ti prendessi una parte di me
Che la portassi dentro, addosso
Che ti bastasse ma che ti facesse sentire il desiderio di me
Vorrei che ci fosse, ogni tanto, un tuo sorriso solo mio
Che corressi qui, solo per un abbraccio per poi fondersi nel desiderio più profondo
Vorrei sapere che mi vuoi
Vorrei sapere che non chiederai
Vorrei di nuovo le tue labbra
Vorrei dormire e dimenticare

giovedì 6 novembre 2008

- Ai soliti noti, come centro di gravità permanente-

Desiderio
è uno stato di affezione dell'io, consistente in un impulso volitivo diretto a un oggetto esterno, di cui si desidera la contemplazione oppure, più facilmente, il possesso.
La condizione propria al desiderio comporta per l'io sensazioni che possono essere dolorose o piacevoli, a seconda della soddisfazione o meno del desiderio stesso. Dolore morale per la mancanza della persona amata o dell'oggetto o condizione di cui si ha assolutamente bisogno. Ma anche la gradevole e coinvolgente sensazione di poter presto rivivere un momento o situazione in qualche modo piacevole, che la mente riesce a rievocare in modi più o meno evanescenti e/o realistici rispetto alle percezioni dell'esperienza effettivamente vissuta.

A parte che gli anni passano per non ripassare più
e il cielo promette di tutto ma resta nascosto lì dietro il suo blu
ed anche le donne passano qualcuna anche per di qua
qualcuna ci ha messo un minuto
qualcuna è partita ma non se ne va [...]
A parte che i tempi stringono e tu li vorresti allargare
e intanto si allarga la nebbia e avresti potuto vivere al mare.
Ed anche le stelle cadono alcune sia fuori che dentro
per un desiderio che esprimi te ne rimangono fuori altri cento.


Desidero che tu ci sia.
Desidero la tua voce.
Desidero sentirti, in un modo nuovo, irrazionale e unico.
Desidero condividere, scambiare ed essere.
Desidero che tu veda, finalmente, chi sono. Senza maschere e senza i filtri della ragione.
Desidero che tu ti fidi, che accolga e lasci andare.
Desidero ardentemente ma onestamente.

Altro non posso, finchè anche tu non desideri.


lunedì 3 novembre 2008

L'isola - a tutti quelli che restano al limitar del ponte

Ci sono isole collegate alla terraferma con un ponte.
Per visitarle devi attraversare il ponte; non ci puoi capitare per caso, devi volerci andare.
Devi scegliere di attraversare quel ponte.
Lasciare la terraferma è una scelta; staccarsi dalla quotidianità, dalla normalità, per andare in cerca di nuove prospettive, nuovi colori.
Ci vuole coraggio per varcare quel confine. Sappiamo cosa stiamo lasciando ma non cosa troveremo.
Ciò che troveremo sarà per sempre.
Un'isola, una volta scoperta, ti cambia, non la lasci più, non torni più indietro.
Per questo i più si fermano al limitare del ponte, e osservano.
Hanno paura.
Ma quando riesci a farti coraggio, a incamminarti su quel ponte, mentre la terraferma si allontana, quello che vedi attorno a te è un nuovo spazio, un nuovo equilibrio.
Non siamo in molti sull'isola e quelli che ci sono stati si riconoscono fra mille.
Il loro sorriso è più luminoso e gli abbarcci son più avvolgenti.
Non hanno più perchè, nè domande a giustificare le azioni.
Vivono nel desiderio di essere, se stessi.

sabato 1 novembre 2008

è già novembre.....

venerdì 31 ottobre 2008

Si mangiano le mani quelli che non ce l'hanno
che l'hanno conosciuta
ma non la rivedranno
-A year later - Coming out -

[...]
Pregherò affinché tu possa avere tutto ciò che vuoi,
soldi, macchine, e una donna al giorno,
e la possibilità di avere tutto e subito
senza aver bisogno di essere mai perdonato.

I say fuck you, you will never know,
what is turning in my mind fuck you, so you better watch out,
so you better watch out, out...
[...]
Ma adesso metti bene a fuoco, mi vedi,
sono caduto in piedi, ci credi, - non ti cercherò –
ho tolto le foto dalle pareti e nei miei sogni segreti
- non ti vedo – e a dormire ci riesco, esco quando mi va
bevo, abbondanti sorsate di libertà,
faccio assordanti risate con gli amici al bar,
su come ero spento quando perdevo tempo, stando con quella là
- sfumi nella memoria, non ti penso mai – e ogni mentire, ogni fare soffrire
ci insegna la storia – pagherai – e so che a ogni risveglio – non ci sarai –
e so che tanto di meglio – non troverai – mai, ho due parole e una bombola spray
fuck you – per quando tornerai
[...]
I say fuck you, you will never know,
what is turning in my mind fuck you, so you better watch out, so you better watch out, out...

giovedì 30 ottobre 2008

Al borde del sendero un dia nos sentamos

Al borde del sendero un dia nos sentamos.
Ya nuestra vida es tiempo y nuestra sola cuida
son las desesperantes posturas que tomamos
para ayudar... Mas ella no faltará a la cita.

(A. Machado)


martedì 28 ottobre 2008

Hai paura di essere nelle azioni quale sei
nel desiderio? Vorresti avere
quello che consideri l'ornamento della vita
e vivere stimandoti tu stesso un vile,
sempre desiderando senza mai osare,
come il povero gatto del proverbio?

lunedì 27 ottobre 2008

Leggero

Racchiusa in un bozzolo
aspetto che torni la primavera
i passi compiuti fino a qui hanno lasciato impronte e sagome
ho scoperto nuovi cuori, nuove idee, nuovi gioielli
li conservo, per non perderli, per ricordarli intatti
mi chiedo quale sia il giusto prezzo per la libertà,
riconosco che è in moto un cambiamento, una rivoluzione di cui sono spettatrice
lascio che le onde lambiscano e trascinino
senza perdere nessuna parte di me
trovando nuovi pezzi di un puzzle colorato, riposto in un angolo senza accortezza
vicino, sento vicino chi vorrei che trovasse un posto, piccolo, esclusivo, e si mettesse comodo
per esserci ancora
senza domande
senza promesse
nel momento e senza domani
- Tra palco e realtà -

Alice aveva un occhio gonfio, un colpo d'aria le aveva causato una fastidiosa congiuntivite.
Aveva guidato tutto il giorno e finalmente poteva godersi un momento di relax e addormentarsi esausta.
Prima di farlo il pensiero corse agli accadimenti delle ultime settimane: la serata teatrale di beneficenza (un successo inatteso di pubblico e di critica!!!!), la cena evento e il senso di libertà che quel progetto le aveva restituito.
Una due giorni al limite dell'organizzazione maniacale; 12 versioni della scaletta evento (che sarà poi naturamente stravolta durante la serata - non si possono imbrigliare 20 persone); attenzione ai dettagli e ai particolari contingenti; chi fa cosa, come fa cosa, quando fa cosa; le risa imbarazzate, divertite, tese e un "ciao", semplicemente un "ciao", a rendere tutto ancora più leggero, spumeggiante e irripetibile.
Domani si ricomincia su altro; con un piccolo pensiero e un sorriso in più.

Un bacio.

sabato 18 ottobre 2008


On stage

Eccoci, oggi prova generale, domani debutto!!!! "Madame Bovary c'est moi!" La scenografia è stata già portata a teatro e la canzone di oggi e "Milady" di Vecchioni.

"
Ritorni come un brivido
su questo palcoscenico
però ti sento timida, timida [...]
Milady non lasciarmi mai,
ti voglio bene come sei,
Milady madre amante e figlia,
la sola che mi rassomiglia; [...]

Io ti perdevo e mi sentivo vincente,
ma non c'è stato mai verso
di cambiarti con niente come te; [...]
Milady non lasciarmi mai,
senza di te cosa farei,
Milady cipria sotto gli occhi,
Milady persa negli specchi;
Milady non hai voce e canti,
in un teatro a fari spenti,
Milady bolla di sapone,
e ballerina di balcone:
Milady il cuore è un soldatino
che scrive lettere a nessuno
Milady non lasciarmi mai,
ti voglio sempre come sei,
Milady strada di Parigi,
Natale con i tre re magi;
Milady ho perso la tua spilla
Milady, Dio, come sei bella"

venerdì 17 ottobre 2008

Nuovi occhi

Alice sul ponte del traghetto guarda l'inizio del tramonto. Alice a Venezia. Occhiali scuri e vento fra i capelli mossi. Rossi, naturali.
Non le è mai piaciuta Venezia, almeno non più di tanto, e da quando Marco non è più nella sua vita sente tutto il peso delle passeggiate mano nella mano per le calli.
Oggi è di nuovo lì.
Il lavoro ti porta in posti che non puoi prevedere e ti fa vedere paesaggi e colori diversi ogni volta; se solo hai gli occhi per guardare.
Alice guarda.
Scruta.
Cerca di riconoscere qualcosa di quella sè stessa che passeggiava per la città, stringendo quella mano.
Vede come in un vecchio film restaurato una parte di sè, così cambiata che stenta a riconoscerla, pur sapendo che è stata la propria vita.
Il traghetto si ferma e Alice decide di scendere per 2 passi a piedi. L'odore della salsedine e di cucina si mischia nelle sue narici; l'accompagna fino all'albergo dove alloggia.
Saluta il portiere e prende le scale che portano alla sua camera.
Entra, si toglie le scarpe e apre le tende. Sotto la sua finestra acqua verde scuro ondeggiante.
Respira piano guardando fuori quando due mani le coprono gli occhi cingendola da dietro.
Sente il calore del corpo di un uomo che la stringe.
Sorride e abbassa le mani di Luca che intanto ha cominciato a baciarle il collo dolcemente, da dietro l'orecchio fino alla spalla.
Alice non sa cosa sarà domani ma oggi, oggi, oggi non si farà domande, non cercherà risposte.
Labbra

Alice teneva gli occhi chiusi.
Se ne stava seduta sul letto, al buio, con le gambe in grembo.
La stanza dell'hotel era bella e confortevole ma non riusciva a sentirsi a suo agio.
Continuava a girarle in testa la stessa domanda:" Qual è il confine fra gioco e desiderio, fra desiderio e realtà?"
Il cuore le batteva forte. Ogni muscolo era contratto nell'attesa di sentire aprire la porta.
Le sembrava fosse ormai passato un secolo; cominciavano a farle male i muscoli delle gambe. Finalmente il rumore della serratura che scatta, la porta che si apre e la luce che si accende.
Alice rimane immobile, con gli occhi ancora chiusi.
Una sensazione mista di paura e imbarazzo la pervade.
Aspetta che sia lui a fare il primo passo. E lui lo fa: si avvicina, non sa se stia sorridendo, le prende il mento fra le mani e la bacia, sulla guancia.
L'ansia si scoglie.
Alice apre gli occhi. Luca le sta sorridendo e senza parlare la invita ad alzarsi e la conduce in una sala attigua dove tutto è preparato per la cerimonia del tè.
Un aroma di erbe si spande nell'aria, la luce è soffusa. Alice cammina a piedi scalzi, la mano in quella di Luca, mentre gli odori del tè si mescolano ai vapori dell'acqua bollente.
Luca la fa sedere a terra, su un cuscino, poi anche lui siede, di fronte a lei.
Fino ad ora non l'ha mai guardata. L'ha toccata tenendole la mano, semplicemente, ma con un'intensità tale che Alice non riesce a smettere di guardarlo; e sà che qualunque parola lei dovesse pronunciare sta sera non sarà un no.
Luca prende la tazza di Alice e ci versa delicatamente l'acqua. I movimenti sono lenti, precisi, come carezze. Nel preciso istante in cui Luca le porge la tazza per farle scegliere il tè, Alice prende la sua mano, guardandolo negli occhi.
Adesso i battiti sono regolari, l'imbarazzo è svanito e la paura è diventata desiderio. Senza neanche pensarci Alice avvicina le sue labbra alla mano di Luca; prima sul dorso poi scendendo verso le dita. Una piccola pressione, quasi una carezza. Indugia piano, con gli occhi socchiusi, nell'incavo fra pollice e indice, percorrendo quella distanza due o tre volte. Fissando i suoi occhi castani in quelli di Luca socchiude le labbra in modo da appoggiarci la punta del pollice, piano, con una lieve pressione sul dito. Piccoli morsi impercettibili, lentamente, sul polpastrello per poi infilarlo in bocca, come i bimbi fanno per leccarsi le dita sporche di panna.
Luca è seduto a gambe incrociate, con lo sguardo segue i movimenti di Alice che si alza in ginocchio per avvicinarsi al viso di Luca. Ora sono occhi negli occhi, labbra a contatto di labbra, respirano insieme continuando a tenersi per mano. Solo un attimo, un attimo ancora e la linea sarà oltrepassata: il gioco diventato desiderio, il desiderio realtà.

lunedì 6 ottobre 2008

Ieri ho ritrovato le tue iniziali nel mio cuore

Sei lì, incastonato come un diamante.
Un diamante non mio.
Vorrei toccarti, sentire da vicino il tuo odore
Ma sei di un'altra e non ne ho il coraggio
Un abbraccio, solo un abbraccio per respirare sul tuo petto
Ma poi vorrei di più, le tue labbra, il tuo sapore
Ti guardo sorridere e mi perdo nel mio desiderio
Fuggo i tuoi occhi che sanno leggere in me
Capiresti in un attimo e sarebbe ancora peggio
Una carezza rubata dalla schiuma di un cappuccino
Gente di corsa verso il lavoro
Io qui a sentirti brillare

domenica 5 ottobre 2008

-a tutti i Don Pedro -

Se non dovessi mai incontrarti in questa vita fà che almeno senta la tua mancanza.

domenica 28 settembre 2008

L'insostenibile leggerezza dell'essere

Ci sono donne che nascono Sabina e donne che nascono Tereza.
E' nella natura delle cose.
Sabina è la migliore amica, erotica, è la passione, il desiderio, la libertà di essere se stessi, è la similitudine, lo specchio, colei che la pensa allo stesso modo, il rifugio in cui non si deve mentire, la leggerezza.

Tereza arriva con una pesantissima valigia e una espressione infantile, è arrivata per restare altrimenti non saprebbe dove andare, è tenera e indifesa come un bimbo, ha platealmente bisogno di essere accudita, non si ha il coraggio di lasciarla andare e si resta con lei.
Contro Tereza nessuna Sabina è vincente.
Potranno esserci infinte fughe verso Sabina ma "Tomas" (il protagonista di Kundera) tornerà sempre e comunque da Tereza, anche se non è felice, anche se non è una scelta ma un dovere.
Solo con Tereza Tomas sa di avere un posto, un ruolo, un senso. Non deve chiedere e non ha bisogno di dimostrare, gli basta esserci.
Con Sabina, invece, deve rischiare, rischiare di non essere all'altezza, spendersi, conquistare quel posto giorno dopo giorno, ogni giorno.
Il cuore batte più forte, il sangue scorre nelle vene, ti senti vivo ma devi buttarti e rischiare di cadere.
E perchè mai, quando hai chi ti aspetta e non chiede?
Ecco: la leggerezza dell'essere è insostenibile.


giovedì 4 settembre 2008

Dubbio

Chissà perchè c'è chi si fa 100Km per condividere con te, partecipare, esserci e non chiede nulla in cambio?

Chissà perchè c'è chi improvvisamente ti tiene fuori dai sui giorni e non si spreca neanche un in bocca al lupo, quasi fosse terrorizzato che possa essere un "la" per un inizio?

Chissà perchè la paura fa compiere più voli che il desiderio?

Chissà perchè?

Gioia e malinconia

Gioia per ciò che va bene
Malinconia per ricordi dolorosi

04/09/2008
Fiato corto

martedì 2 settembre 2008

Prima volta 70/30

Oggi e domani (2/3 settembre 2008) la compagnia "AnimeDiCarta" dell'UPTEL (università popolare per tutte le età di Latina) si esibirà all'interno della rassegna "Teatro in città".
Titolo dello spettacolo "Anime di carta" (questa volta scritto staccato!!!).
L'incasso sarà devoluto....... alla compagnia!!!!
Hip hip Hurrà!!!!

Per la prima volta recitiamo a fronte di compenso.
Già sono partiti i progetti di finanziamento degli elementi scenografici per i prossimi spettacoli.
E' bello fantasticare!!!
E' bello quando la tua passione si realizza in un qualcosa che puoi condividere.
E' bello quando hai con chi condividere.

Le anime di carta sono anime pure sempre in cerca di qualcosa. Un ricordo, un odore, una sensazione, che dia loro la forza necessaria per resistere ed esistere. Alcune di loro si incontrano forse ripetono gli stessi gesti e vagano continuamente a caccia di occhi che guardino e orecchie che ascoltino. E allora aprono il loro cuore e si confessano liberamente.


TANTA MERDA!!!!!!

giovedì 28 agosto 2008

- Panta rei -
Chiudo gli occhi ai suoni oltre la mia finestra
Odore di sole e cicale che cantano
Distesa a braccia aperte contemplo i miei pensieri come nuvole
Seguo distratta la danza ipnotica nel mio stomaco
Mi concentro solo sul battito del cuore
Sparisco per un attimo nel vortice del sonno
Sento altre anime riempire la mia
Nel sogno ci sei e mi guardi in attesa
Ti lascio
Come se non ci fossi mai stato

martedì 26 agosto 2008

Sempre, ma non per sempre

"Ecco, ci sono momenti come questo in cui riesco a sentirmi felice, non so bene perché, ma vedere Davide insieme ai nostri amici mi fa sentire al sicuro, so cosa dicono, cosa pensano, e, anche se sono sempre le stesse cose, va bene così, non voglio sorprese, novità, colpi di scena, voglio che tutto rimanga come adesso, per sempre, anche se so che per sempre non esiste."


Immagina di amare una persona, di amarla veramente; immagina che sia una parte di te.
Immagina di essere stato fortunato e di aver trovato il giusto equilibrio fra sentimento, amicizia, fiducia, condivisione e chi più ne ha e più ne metta.
Sei felice. Stai bene.
Non pensi al futuro perchè il tuo futuro è oggi.
Razionalmente lo sai che "per sempre" non esiste: noi non esistiamo per sempre. Tuttavia ti ripeti che "l'amerai per sempre" - qualche volta lo affermi in una chiesa davanti a testimoni e invitati.
Altre volte te lo fai tatuare sulla pelle, un piccolo segno indelebile di un "per sempre".
Allora quel "per sempre" assume il significato del "sempre finchè io ci sarò". E' un "x sempre" a scadenza, ma non meno intenso, non meno sincero, non meno vero.
Immagina che succeda qualcosa di irreparabile; qualcosa che cambi l'equilibrio delle cose: uno scherzo del destino che sbricioli la tua quotidianità - il colpo di scena.
Chi resta soffre e patisce la fine.
Ma è una vera fine? No.
Le cose non potranno cambiare più. Continuerai ad amare senza correre il rischio di crisi, fratture, abbandoni. Quello che provi sarà sempre in te, finchè tu sarai.
Qualunque strada o decisione tu prenda, in qualunque posto tu vada quello che senti non cambierà, come un piccolo tatuaggio nella tua anima.
E' difficile da gestire, all'inizio fa male, come una crisi di astinenza.
Poi, piano piano si attenua, non passa mai del tutto ma sta lì, in te, per sempre.

"Una volta tanto dimmi sempre, sarà per sempre.
Quanto ti costa dirmi sempre se poi sempre è una bugia.
Prendimi in giro e dimmi sempre ah sarà per sempre.
Ma che ti costa dirmi sempre se poi sempre è una bugia."

lunedì 25 agosto 2008

Quando ti guardo negli occhi

Alice guardò Marco negli occhi. Due lune scure la fissavano. Non si ricordava nemmeno più come aveva fatto a trovarsi a parlare con lui in auto. Fu un attimo. Un lampo di desiderio le fece abbassare gli occhiali scuri ed aprire piano le palpebre mentre con un movimento felino si sedeva in braccio a Marco, lì sul sedile del guidatore con le labbra a pochi millimetri da quelle di lui.
Le braccia di Alice avvolsero il collo dell'uomo che la guardava incredulo, inebetito, sorpreso da ciò che lei stava facendo.
Continuava a guardarla negli occhi, deglutendo e arrossendo leggermente mentre le sue mani cominciavano ad accarezzare la schiena di lei. Sentiva il suo profumo. Socchiuse gli occhi ed Alice lo baciò, piano, una leggera pressione sul labbro inferiore. Senza smettere di guardarlo. Lui appoggiò la testa allo schienale lasciando scoperto il collo quel tanto che bastava per consentire ad Alice di posarci le labbra.
Non parlavano più.
Marco l'accarezzava piano, correndo lungo la schiena fino ai glutei non riuscendo ad evitare di sollevarle il vestito per sentire il contatto con la pelle di lei.
Alice smise di baciarlo, ma continuando a fissarlo, come in attesa di un suo no, cominciò a sbottonargli la camicia, prima, e i pantaloni, poi.
Marco la guardava, la salivazione quasi azzerata, e cominciò ad abbassarle le spalline del vestito fino a scoprirle la scollatura, piano, come se avesse paura di sciuparla, cominciò a baciarla.
Alice buttò la testa all'indietro, abbandonata alle labbra dell'uomo sul suo seno; le gambe si strinsero su quelle di lui e fecero l'amore. Delicatamente, quasi in silenzio, senza smettere di guardarsi, con un desiderio nuovo di assaporare tutte le sensazioni fino all'ultima.
Restarono abbracciati per un po'; Alice abbandonata con la testa sulla spalla sinistra di Marco e lui appoggiato allo schienale con gli occhi spalancati.
Sorrise dolcemente, Alice, rassettandosi e rimettendosi a sedere al suo posto.
Lo sguardo di Marco era pieno di tristezza, sorrise anche lui, di quei sorrisi misti di tenerezza e di bruschi ritorni alla realtà.
Avrebbero pagato caro quel momento. Ne avrebbero portato i segni, quelli che ti allontanano, che ti fanno scappare perchè l'emozione è troppa, tutta insieme.
Alice guardò fuori del finestrino pensando che nessun prezzo sarebbe stato troppo caro per la meraviglia che era appena successa.
Si voltò verso Marco, sorrise e furtivamente lo baciò sulla guancia. "Ciao" disse uscendo dall'auto col cuore a mille e la voglia di restare.
Non si sarebbero visti più, per 6 mesi.

domenica 24 agosto 2008

Alice - cocktail d'amore

Le dita impiastricciate dopo aver mescolato tutti gli ingredienti.
Deve capire perchè, quando si cimenta per la prima volta in una nuova ricetta, il tavolo da lavoro, dopo, sembri vittima dell'esplosione nucleare.
Questa sera era la prova del mojito.
Facile! Che ci vuole!!
Gliel'hanno ripetuto tutti gli amici che in qualche modo hanno avuto a che fare con banconi di bar - non solo come avvinazzati avventori.
Giro dei supermarket per reperire gli ingredienti:
  • rum - con pestello incorporato
  • zucchero di canna - già in dotazione
  • lime - col limone non è la stessa cosa
  • soda - scoprendo che la vendono solo in un super
  • menta - ah già, la menta....... vabbè vado al vivaio e ne compro una pianta; non si sà mai che si voglia ripetere l'emozionante esperienza........
Il ghiaccio..... basta ricordarsi di mettere l'acqua in freezer......
Tutto pronto.
Ho studiato a fondo il metodo..... pesta.... trita....allunga e gira.......
Facile!!!
2 parti di rum +2 di soda..... 12 foglie di menta (e se fossero 11???)
Ecco!!!
Perfetto!!!!............. al netto del succo di lime sul tavolo, il cucchiano impiastricciato di residui di zucchero semisciolto, "briciole" di menta ovunque e scaglie di ghiaccio impazzite sul pavimento della cucina......
Fa nulla.
Dovevo farne tre porzioni.... me ne vengono 3 abbondanti........ vabbè...... pazienza.....
Pronto nei bicchieri (di cui uno originale bacardi "preso in prestito" in un bar durante le scorribande giovanili)...........
LE CANNUCCE!!!!!
Non abbiamo le cannucce!!!!! Quelle nere un pò più grosse......che servono per continuare a mescolare e poi bevuto dal bicchiere non è la stessa cosa.......
Ecco: la perfezionista che è in me ha una crisi isterica - passi per il caos in cucina (quando torna la donna delle pulizie??!!!) ma le cannucce......
I miei ospiti mi guardano comprensivi..... dai fa nulla.... tanto noi non l'abbiamo mai bevuto il mojito.......
Si, ecco!!!
Buttace pure la saponata!!!!
Alla fine lo beviamo normalmente dai bicchieri ed è buono - Brava - me lo dico da sola mentre asciugo il piccolo lago lasciato sul pavimento dai ghiaccioli sciolti e penso che la prossima volta glielo offrirò al bar.

giovedì 21 agosto 2008


Le Cose Che Hai Amato Di Più

Quando non hai voglia di parlare, certe volte capita..
Non ti va di fare le domande, perché conosci le risposte.
Capita a te, come capita a me di piangere poi, per niente.
Non hai mai cambiato quei bottoni, sulla tua camicia blu.
Quello che nessuno ha mai capito e' stato il tuo vestire cosi'
Capita a te e capita a me
Di ritornare a vivere
E di capire che quello che e' stato

E certe volte e' meglio

No non rimpiangere mai
Non illuderti mai
Certe cose non tornano piu'
E non pensarci di piu'
Non pensarci anche se
Anche se sono le cose che hai amato di piu'
E che restano li'

Camminare a pieni nudi
Ai bordi delle strade
E quell'amare amare forte forte
Fino a non mangiare piu'
E non dimentichi mai
Non dimentichi mai
Capita a te come capita a me
Che poi d'improvviso passa
E di capire che a volte il destino
Ha piu' fantasia di noi e............

No non rimpiangere mai
Non illuderti mai
Certe cose non tornano piu'
E non pensarci di piu'
Tu non pensarci anche se
Sono le cose che hai amato di piu'
E che restano li'

Stare insieme almeno la vigilia di Natale
Equel nuotare al mare
Con tua madre che strillava "Vieni qui"
E non farlo mai piu'
No...non farlo mai piu' e.....

Sono le cose che hai amato di piu'
Certe cose non tornano tornano tornano piu'

mercoledì 20 agosto 2008


Caldo, luna, bacio, bene, seta

Faceva caldo quella sera; un caldo secco, avvolgente. La luna era alta nel cielo, piena, come un lampione illuminato sul bagnasciuga.
Alice camminava piano sulla spiaggia, le onde le lambivano i piedi e le caviglie, come un bacio di seta, frizzante e avvolgente.
L'aria odorava di sale.
Respirava piano, al ritmo dei suoi passi, mentre una sensazione di benessere la invadeva lentamente dal basso. Uno stare bene raro e perfetto in cui non pensi a niente ma ti lasci andare alle sensazioni della tua pelle, come un piccolo massaggio dell'anima.
Un lieve sorriso prende spazio fra le sue labbra.
In lontananza, sul molo, luci di festa.
Alice si ferma, i piedi ancora fra la schiuma del mare, e si siede sulla sabbia umida, alla ricerca di una stella cadente per un nuovo desiderio. Finalmente!

martedì 19 agosto 2008

Alice - in un posto dentro, che so io, ti sento

Alice è raggomitolata sul letto. Ormai è mattina inoltrata ma non trova la forza di iniziare la sua giornata. Continua a rigirasi senza veramente riuscire ad alzarsi. Nella testa rimbombano pensieri.
"Non riesco a spiegarmi questo senso di spossatezza; dormirei ore e ore. La cosa strana è l'apatia. Non ho voglia di organizzare niente: la lavatrice, l'aspirapolvere, la spesa....... E' come se un grosso "Chissenefrega!!!!" lampeggiasse continuamente nella mia testa.
Penso di fare una cosa e 3 secondi dopo.... "Chissenefrega!!!!". Mah!!!
Il fatto è che nel mio profondo so che ci sono dei fatti non risolti, delle cose da affrontare e NON MI VA!!!
Devo chiudere porte; mettere chiavistelli, murare pareti e tutto ciò comporta sforzo, fatica.
E' come una lotta interna tra il DOVERE e il VOLERE.
Ebbene, per la prima volta nella vita sto facendo vincere il VOLERE.
Faccio solo ciò che mi va di fare.
Più facile a dirsi che a farsi. Il
DOVERE sta lì, dietro l'angolo e ti obbliga a compromessi a dire, fare, essere, qualcosa che non ti rappresenta in pieno. Una maschera, una sfaccettatura di te stesso.
Ma poi cos'è che vuoi veramente?
Non sarà quello il problema vero?
Il
DOVERE lo conosciamo, ce lo ripetono ogni giorno, ogni momento, ma, forse, ciò di cui non siamo sicuri è il nostro VOLERE.
Impariamo a riconoscere ciò che non vogliamo ma siamo frastornati se ci chiedono di scegliere
cosa vogliamo."
In un turbine di pensieri che si affollano nella sua testa Alice sa che Luca ha lasciato un solco profondo nella sua anima. Un solco che non è facile colmare anche quando vuoi riempirlo con tutta te stessa e girare pagina.
Seminare, prendere la terra per ricoprire il solco e coltivare di nuovo comporta fatica. E la fatica è meno sopportabile in alcuni momenti. Meglio sparire. Farsi piccoli e aspettare che fuori sia finito il temporale.
O è meglio uscire e sentire le gocce d'acqua sul viso e sulle mani?


"Credo che la voglia di scappare da un paese con ventimila abitanti vuol dire che hai voglia di scappare da te stesso, e credo che da te non ci scappi neanche se sei Eddie Merckx.

domenica 17 agosto 2008

UD 13/08/08 - Rivélati.......


- GIRLS ARE BACK IN TOWN -

Latina - Udine - Latina.
Tuffo nel mio DNA.

Porto con me:
"Chi sceglie non sbaglia"
"Voglio vivere la vita come una commedia e non come una tragedia"
(sentite alla radio - non so chi le abbia dette - possono fare da corredo a questa breve vacanza)

"
Sono qui per l’amore per riempire col secchio il tuo mare, con la barca di carta, che non vuole affondare." - Liga

mercoledì 13 agosto 2008

Chiusura estiva


"...nella Roma deserta di un ferragosto qualunque...."

Buona estate!!!!!
Notte da non dormire...da naufragare...Da far l’amore fatta per noi

Naso all'insù, bacardi e cola, 4 chiacchiere e risate in compagnia.
8 stelle cadenti in una notte.
Un unico desiderio.

"Ti brucerai - Piccola stella senza cielo.
Ti mostrerai - Ci incanteremo mentre scoppi in volo.
Ti scioglierai - Dietro a una scia un soffio, un velo.
Ti staccherai - Perche' ti tiene su soltanto un filo, sai."

martedì 12 agosto 2008


Primo provino

Che emozione!!!! Davanti a me una telecamera professionale e due occhi azzurri, quelli del regista, che mi dicono "Quando vuoi."
La mia voce che esce calda e i miei occhi che cercano un ipotetico Luca, con cui sarei sposata e in crisi.
Finisco la mia scena e il commento è positivo "Bene. Hai colto l'essenza del personaggio. Immaginavo Arianna proprio come l'hai interpretata tu. Facciamone un'altra solo per scrupolo ma non ce ne sarebbe bisogno."
E la seconda, ovviamente è peggiore. Ma non fa niente.
"Ok. Grazie. Ti farò sapere in ogni caso. Comunque se ne parlerà i primi di settembre. Gireremo di sera."
Saluto gli occhi azzurri con un sorriso ebete.
Mi faranno sapere.
Esco con una sensazione di benessere.
Ancora una volta sono viva.

domenica 10 agosto 2008


"Che stupidi che siamo. Quanti inviti respinti, quanti... quante parole non dette, quanti sguardi non ricambiati, tante volte la vita ci passa accanto e noi non ce ne accorgiamo nemmeno."
Alice 2 - seconda puntata
Frastuono, centro benessere, locomotiva e paranoie

"E' così che succede, una mattina ti svegli e quel frastuono, a cui sei ormai abituata, si è affievolito, quasi scomparso. Apri gli occhi e improvisamente CI SENTI!
Senti distintamente le domande, i discorsi, i pensieri; improvvisamente quelle sonorità informi diventano pensieri di senso compiuto e allora VEDI.
Vedi otre te stessa, oltre il vincolo del rumore e capisci che ciò che per te era un dire, spiegare e non chiedere niente, dall'altro lato era un NON capire, un pressare, pretende e NON ASCOLTARE.
Come se uno entrasse in un centro benessere e venisse investito da una locomotiva in corsa. Non credo sia piacevole. Benchè non sia mai stata investita da una locomotiva...." Alice guardava il soffitto sopra di sè e pensava a come, ancora una volta, fosse riuscita a complicare le cose. Accidenti a lei e a quel suo instancabile cervello che deve avere tutto chiaro, tutto a posto, definito, inquadrato, solo per dimostrare a se stessa di potercela fare. MA CHE CACCHIO!!!!
Eccole, arrivano subdole le paranoie "Mi sta evitando. Sì, mi sta evitando........ ma perchè? Aiuto. Mi dispiace troppo.....", salgono in testa e rimettono in moto il cervello: "Fermati, porca miseria!!! Pensa ad altro!!! Lo vedi che il frastuono te lo fai da sola!!!!!!!!"
Alice respira, un respiro profondo, decide di alzarsi dal letto. Si siede di fronte alla sua tazza di caffè e riprende il filo del discorso da un'altra prospettiva.
Ecco cosa le serve ora: TEMPO, LIBERTA' e SEMPLICITA'.
Tempo per sè, perchè non è ancora pronta a tornare nella mischia.
Libertà di essere e sentire, senza per forza dimostrare.
Semplicità del farsi guidare dalle emozioni senza dover razionalizzare tutto.
E' un progetto che ha per se stessa.
E i fili sospesi senza definizione, beh, quelli li affronterà domani.
"Ecco" pensa sorridendo "oggi è veramente un nuovo giorno".

sabato 9 agosto 2008


«Allora cosa cerchi?»
«Non lo so. Forse niente, forse tutto. Magari adesso, più che cercare, voglio vivere quello che mi capita, quello che la vita mi dà. Amo giocare. Essere libera. Faccio un lavoro a New York che mi piace e che mi sono trovata da sola. Sono felice e fiera di me anche quando faccio la spesa e spingo il carrello. Se mi va la sera esco, altrimenti me ne sto a casa a leggere o a guardarmi un film o a cucinare qualcosa di buono per me, o per gli amici. A volte mangio a tavola e apparecchio, oppure mi siedo per terra con la schiena appoggiata al divano. Mi apro una bottiglia di vino anche se sono sola. Non devo discutere. Sono indipendente. Difenderei questa condizione con tutte le mie forze. Sempre.
Eppure anch’io a volte avrei bisogno di un abbraccio, di arrendermi e perdermi tra le braccia di un uomo. Un abbraccio che mi faccia sentire protetta anche se so proteggermi da sola. Sono in grado di fare le cose di cui ho bisogno, ma a volte vorrei far finta di non esserlo per il piacere di farle fare a qualcun altro per me. È una sensazione. Ma non voglio stare con un uomo per questo. Non posso scendere a compromessi, e non posso rinunciare a tutto quello che ho, alla mia libertà, per quell’abbraccio che poi spesso con gli anni non c’è nemmeno più.
»

venerdì 8 agosto 2008

Alice - 1° puntata

Alice si fermò a guardare il coniglio vestito di bianco che le stava davanti e improvvisamente le fu tutto chiaro. "Che presuntuosa!!" pensò, riportando la mente agli ultimi giorni trascorsi in compagnia del suo gatto. "Ero così concentrata su di me, su quello che avrei voluto dire, fare, spiegare, che non l'ho sentito miagolare. Non ho ascoltato ciò che aveva da dirmi. E adesso?".
Adesso il gatto si era preso una vacanza; era montato sul suo scooterone e via, lasciando Alice ad arrovellarsi su cosa avrebbe potuto dire, fare, spiegare....
"Allora non hai capito niente!!!" disse il coniglio con aria severa, "L'hai obbligato a mangiare quando volevi tu, a dormire quando volevi tu, a giocare quando dicevi tu e sarebbe bastato solo accarezzarlo, lasciare che fosse lui a strusciare il muso sulla tua mano. Sarebbe bastato sussurrargli all'orecchio che era importante per te, che gli volevi bene e che c'erano pronta una ciotola, un divano e tutte le coccole di cui aveva bisogno, semplicemente perchè ti faceva stare bene."
"Che cosa posso fare per rimediare?" chiese Alice con gli occhi velati di pianto, " Mi manca. Mi manca l'energia che sprigiona, la sua luce interiore che avvolge, i movimenti impercettibili del muso quando sgrana gli occhi curioso di ciò che gli sta intorno. Lo vedo da lontano, cerco di avvicinarmi piano per non spaventarlo ma lui scappa."
"Lascialo scoprire il mondo" rispose il coniglio, scutendo al testa, "continua a volergli bene e aspettalo. Forse tornerà arruffato o forse non tornerà più. Ma resterà sempre il tuo gatto".
Alice sospirò e una lacrima più pesante le solcò il viso al pensiero di non rivederlo mai più; aveva ancora molte carezze da dare e voleva darle a lui, ma soprattutto sapeva che solo lui avrebbe potuto fare quelle fusa che l'avrebbero resa di nuovo leggera. Si asciugò il volto, sospirò di nuovo e guardò il coniglio che attraversava la strada "Ci sono i saldi!!!" le gridò, scomparendo saltellando nelle viscere del nuovo centro commerciale, come se niente avesse più importanza del 70% di sconto.
Il ritorno dell'araba fenice......

....o dell'araba FELICE?
Eccomi, resuscitare dalle mie ceneri e cercare di riprendere le redini di un cervello ormai in pappa!!!!!
Piano, però, molto piano perchè il "dopo-sbronza" lascia sempre degli strascichi, la testa pesante e quel senso persistente di nausea attaccato alla bocca dello stomaco per ricordarti gli eccessi in cui 6 sprofondato tuo malgrado.
Abbiate pazienza e fiducia, io ci metto del mio.

BENTORNATA!!!!!

mercoledì 9 luglio 2008

A Wong Foo, grazie di tutto, Julie Newmar.... per Ema

Inatteso

Brezza d'estate,
occhi scuri, brillanti e vividi.
Mi avvolge
Mi accarezza
Respiro e la sento
Mi chiama ritmica
eppure mi sfugge ad ogni passo verso
Ritorna, calda e sensuale, nella forma di un sorriso
Sfiora la mia anima e scivola via
Rincorre le mie curiosità e affonda gli artigli
per prendere posto in fondo
Piccolo sbuffo di mare,
schiuma bianca e sapore di ciò che non conosco

martedì 13 maggio 2008

A Wong Foo, grazie di tutto Julie Newmar......... per Paolo

PARTENZE

Ho imparato a respirare

Ho respirato

Ho imparato a camminare

Ho camminato

Ho scoperto le parole e ho parlato,

cantato e urlato

Ho sentito, toccato,

fatto, disfatto e costruito.

Ho amato, odiato,

pianto e amato ancora, comunque.

Ho lavorato, incontrato,

scambiato idee ed emozioni.

Ho avuto gioie, dolori, rimorsi e rimpianti.

Ho avuto i tuoi sorrisi, le tue carezze, le tue lacrime.

Ho avuto te, piccola testimonianza di chi sono stata,

di chi sono e di chi sarò.

Sarò il sorriso dei tuoi figli.

Sarò una voce, una musica,

un ricordo, una foto.

Sarò la ruga della tua fronte,

il tuo sorriso sardonico,

i colori del prossimo quadro.

Sarò la fitta che squarcia il tuo petto,

la luce intensa di un’alba in montagna.

Sarò un quotidiano abbraccio,

sarò la tua immagine nello specchio,

sarò l’uomo che diventerai, nei difetti vecchi e nuovi.

Ho avuto te, sono te e sarò te,

finché tu sarai.