mercoledì 29 aprile 2009

MP3

"Oh, voglio aria
Oh, ho un desiderio per aria
Niente come lei mi disperde"
L'MP3 intonava le note di Morgan e Alice canticchiava soprapensiero, lunghi passi verso un bel pomeriggio di sole.
L'aria era finalmente calda, primavera inoltrata.
Camminare, guardarsi attorno e avanzare, dentro la bolla del suo lettore digitale.
Era come nuotare, i sensi all'erta: la vista, l'olfatto, il tatto ma con l'udito ovattato nell'acqua circostante. Ora, l'acqua erano le note che seguivano il ritmo dei suoi passi.
Il profumo della campagna, dell'erba tagliata e della terra, rendevano suggestiva la vista intorno a lei.
Ancora qualche minuto e sarebbe arrivata a desinazione. Si immaginava il sorriso di Marco ad attenderla davanti ad un birra media, bionda, fredda.
Non si accorse dello stridio dei freni della moto, nè dell'impatto che ne seguì. Vide solo avvicinarsi il cielo come da piccola sull'altalena.
Ricadde di schiena.
Gli occhi le si serrrarono in una fitta di dolore, un sapore acre in bocca (ecco anche il gusto) le ricordò il bloody mary che era solita prendere con Claudia.
L'MP3 suonava ancora "
E se voglio ritrovare la ragione
Devo cominciare da me
Rivelarmi in questa mia contraddizione:
Saper scegliere una fine e starla ad aspettare".
Marco era già alla seconda birra media, bionda, fredda.

giovedì 23 aprile 2009


Tam te basia multa basiare (che tu dia così tanti baci) - Catullo

"Parlavamo d'un..."

"...bacio! Nè vedo in verità perchè la vostra bocca sia così timorosa. Se la parola è dolce, che sarà mai la cosa? Irragionevol tema non vi turbi la mente: poco fa non lasciaste quasi insensibilmente l'arguto cinguettio per passar senza schianto dal sorriso al sospiro e dal sospiro al pianto? Ancora un poco, un poco solo ancora, vedrete: non c'è dal pianto al bacio che un brivido..."

"Tacete !"

"Ma poi che cosa è un bacio? Un giuramento fatto un poco più da presso, un più preciso patto, una confessione che sigillar si vuole, un apostrofo roseo messo tra le parole "t'amo"; un segreto detto sulla bocca, un istante d'infinito che ha il fruscio di un'ape tra le piante, una comunione che ha gusto di fiore, un mezzo di poter respirare un po' il cuore e assaporarsi l'anima a fior di labbra..."

martedì 21 aprile 2009

MI RITORNI IN MENTE....


E' vero! Si evolve. "Tutto scorre" (Parmenide - chi era costui?)
"Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma" (legge della conservazione della massa)
"Siamo frutto del nostro passato" e chi più ne ha più ne metta...
Inevitabilmente, nel corso della vita pensiamo a alle persone conosciute nel passato, alle cose fatte. Spesso rimuoviamo le brutte e ricordiamo solo le belle. Quanta gente pensa a noi e noi non lo sappiamo. Tutto questo bagaglio di ciò che siamo stati lo portiamo in giro più o meno consapevolmente. Così come, più o meno consapevolmente, il nostro io ci "ritorna in mente" quelli che ci sono stati più cari, i nonni ormai scomparsi, gli amici d'infanzia...quella ragazza che ci ha fatto palpitare il cuore e ci si domanda come sarà ora, dove sarà ora?
E qui, la rete, tentacolare, capillare, con i suoi strumenti campeggia e lampeggia sui nostri schermi rituffandoci in Un passato più consapevole.
Ma la rete da sola non può molto. Ha bisogno della nostra complicità e allora eccolo, il
tuo primo amore che ti chiede come va, ti racconta di sè e si lascia languidamente avvolgere dalla nostalgia di quando voi...
Che tuffo al cuore!!!! Prima reazione spontanea.
Si chiacchiera del più e del meno e poi.......eccolo là: dietro l'angolo il passato, il tuo ieri.
Ma sono passati anni!! Perchè dopo "secoli", dopo una vita vissuta, scorsa, dolori , ferite, gioie, esperienze e mutamenti, dovremmo ripensare a quando noi....
Qual è lo scopo, l'utilità, di sentirsi dire "tu sei", "tu eri", da qualcuno che inevitabilmente ha una visione solo parziale di ciò che siamo, che ha perso tappe importanti della tua vita e pretende di spiegarti il tuo io più profondo che talvolta tu stesso non hai ancora scoperto.
E' proprio vero: anche se tu hai chiuso con il passato, il "passato" non ha chiuso con te!
E tu rimani lì allibito, quasi assediato, di fronte ad uno specchio che riflette un'immagine di te distorta, parziale, irriconoscibile.
Non è la rete. E' l'interlocutore della rete.
Non è lo strumento. E' chi c'è dietro.
Allora, vedi come i tuoi passi siano stati quelli che dovevano essere, non rimozione ma, shock (stordimento), protesta (incredulità e negazione), disperazione (collera), separazione (depressione, accettazione, elaborazione dell'esperienza. Mentre dall'altro lato, nella migliore delle ipotesi, si è fermi alla collera e si continua a protestare, inutilmente, su ciò che è stato che ci fa male, ancora.
Senza voler ammettere che siamo lì, attratti dal "vecchio" disponibile su nuovi mezzi, per una rivincita su ciò che ci ha fatto soffrire. Ancorati a un passato che non VOGLIAMO lasciare andare.
Eppure, citando, "if you (really ndr.) love somebody let them free", oppure "Lascia che sia tutto così e il cielo sbiadiva dietro le gru; no, non cambiare mai e abbi cura di te della tua vita del mondo che troverai..."