venerdì 31 ottobre 2008

Si mangiano le mani quelli che non ce l'hanno
che l'hanno conosciuta
ma non la rivedranno
-A year later - Coming out -

[...]
Pregherò affinché tu possa avere tutto ciò che vuoi,
soldi, macchine, e una donna al giorno,
e la possibilità di avere tutto e subito
senza aver bisogno di essere mai perdonato.

I say fuck you, you will never know,
what is turning in my mind fuck you, so you better watch out,
so you better watch out, out...
[...]
Ma adesso metti bene a fuoco, mi vedi,
sono caduto in piedi, ci credi, - non ti cercherò –
ho tolto le foto dalle pareti e nei miei sogni segreti
- non ti vedo – e a dormire ci riesco, esco quando mi va
bevo, abbondanti sorsate di libertà,
faccio assordanti risate con gli amici al bar,
su come ero spento quando perdevo tempo, stando con quella là
- sfumi nella memoria, non ti penso mai – e ogni mentire, ogni fare soffrire
ci insegna la storia – pagherai – e so che a ogni risveglio – non ci sarai –
e so che tanto di meglio – non troverai – mai, ho due parole e una bombola spray
fuck you – per quando tornerai
[...]
I say fuck you, you will never know,
what is turning in my mind fuck you, so you better watch out, so you better watch out, out...

giovedì 30 ottobre 2008

Al borde del sendero un dia nos sentamos

Al borde del sendero un dia nos sentamos.
Ya nuestra vida es tiempo y nuestra sola cuida
son las desesperantes posturas que tomamos
para ayudar... Mas ella no faltará a la cita.

(A. Machado)


martedì 28 ottobre 2008

Hai paura di essere nelle azioni quale sei
nel desiderio? Vorresti avere
quello che consideri l'ornamento della vita
e vivere stimandoti tu stesso un vile,
sempre desiderando senza mai osare,
come il povero gatto del proverbio?

lunedì 27 ottobre 2008

Leggero

Racchiusa in un bozzolo
aspetto che torni la primavera
i passi compiuti fino a qui hanno lasciato impronte e sagome
ho scoperto nuovi cuori, nuove idee, nuovi gioielli
li conservo, per non perderli, per ricordarli intatti
mi chiedo quale sia il giusto prezzo per la libertà,
riconosco che è in moto un cambiamento, una rivoluzione di cui sono spettatrice
lascio che le onde lambiscano e trascinino
senza perdere nessuna parte di me
trovando nuovi pezzi di un puzzle colorato, riposto in un angolo senza accortezza
vicino, sento vicino chi vorrei che trovasse un posto, piccolo, esclusivo, e si mettesse comodo
per esserci ancora
senza domande
senza promesse
nel momento e senza domani
- Tra palco e realtà -

Alice aveva un occhio gonfio, un colpo d'aria le aveva causato una fastidiosa congiuntivite.
Aveva guidato tutto il giorno e finalmente poteva godersi un momento di relax e addormentarsi esausta.
Prima di farlo il pensiero corse agli accadimenti delle ultime settimane: la serata teatrale di beneficenza (un successo inatteso di pubblico e di critica!!!!), la cena evento e il senso di libertà che quel progetto le aveva restituito.
Una due giorni al limite dell'organizzazione maniacale; 12 versioni della scaletta evento (che sarà poi naturamente stravolta durante la serata - non si possono imbrigliare 20 persone); attenzione ai dettagli e ai particolari contingenti; chi fa cosa, come fa cosa, quando fa cosa; le risa imbarazzate, divertite, tese e un "ciao", semplicemente un "ciao", a rendere tutto ancora più leggero, spumeggiante e irripetibile.
Domani si ricomincia su altro; con un piccolo pensiero e un sorriso in più.

Un bacio.

sabato 18 ottobre 2008


On stage

Eccoci, oggi prova generale, domani debutto!!!! "Madame Bovary c'est moi!" La scenografia è stata già portata a teatro e la canzone di oggi e "Milady" di Vecchioni.

"
Ritorni come un brivido
su questo palcoscenico
però ti sento timida, timida [...]
Milady non lasciarmi mai,
ti voglio bene come sei,
Milady madre amante e figlia,
la sola che mi rassomiglia; [...]

Io ti perdevo e mi sentivo vincente,
ma non c'è stato mai verso
di cambiarti con niente come te; [...]
Milady non lasciarmi mai,
senza di te cosa farei,
Milady cipria sotto gli occhi,
Milady persa negli specchi;
Milady non hai voce e canti,
in un teatro a fari spenti,
Milady bolla di sapone,
e ballerina di balcone:
Milady il cuore è un soldatino
che scrive lettere a nessuno
Milady non lasciarmi mai,
ti voglio sempre come sei,
Milady strada di Parigi,
Natale con i tre re magi;
Milady ho perso la tua spilla
Milady, Dio, come sei bella"

venerdì 17 ottobre 2008

Nuovi occhi

Alice sul ponte del traghetto guarda l'inizio del tramonto. Alice a Venezia. Occhiali scuri e vento fra i capelli mossi. Rossi, naturali.
Non le è mai piaciuta Venezia, almeno non più di tanto, e da quando Marco non è più nella sua vita sente tutto il peso delle passeggiate mano nella mano per le calli.
Oggi è di nuovo lì.
Il lavoro ti porta in posti che non puoi prevedere e ti fa vedere paesaggi e colori diversi ogni volta; se solo hai gli occhi per guardare.
Alice guarda.
Scruta.
Cerca di riconoscere qualcosa di quella sè stessa che passeggiava per la città, stringendo quella mano.
Vede come in un vecchio film restaurato una parte di sè, così cambiata che stenta a riconoscerla, pur sapendo che è stata la propria vita.
Il traghetto si ferma e Alice decide di scendere per 2 passi a piedi. L'odore della salsedine e di cucina si mischia nelle sue narici; l'accompagna fino all'albergo dove alloggia.
Saluta il portiere e prende le scale che portano alla sua camera.
Entra, si toglie le scarpe e apre le tende. Sotto la sua finestra acqua verde scuro ondeggiante.
Respira piano guardando fuori quando due mani le coprono gli occhi cingendola da dietro.
Sente il calore del corpo di un uomo che la stringe.
Sorride e abbassa le mani di Luca che intanto ha cominciato a baciarle il collo dolcemente, da dietro l'orecchio fino alla spalla.
Alice non sa cosa sarà domani ma oggi, oggi, oggi non si farà domande, non cercherà risposte.
Labbra

Alice teneva gli occhi chiusi.
Se ne stava seduta sul letto, al buio, con le gambe in grembo.
La stanza dell'hotel era bella e confortevole ma non riusciva a sentirsi a suo agio.
Continuava a girarle in testa la stessa domanda:" Qual è il confine fra gioco e desiderio, fra desiderio e realtà?"
Il cuore le batteva forte. Ogni muscolo era contratto nell'attesa di sentire aprire la porta.
Le sembrava fosse ormai passato un secolo; cominciavano a farle male i muscoli delle gambe. Finalmente il rumore della serratura che scatta, la porta che si apre e la luce che si accende.
Alice rimane immobile, con gli occhi ancora chiusi.
Una sensazione mista di paura e imbarazzo la pervade.
Aspetta che sia lui a fare il primo passo. E lui lo fa: si avvicina, non sa se stia sorridendo, le prende il mento fra le mani e la bacia, sulla guancia.
L'ansia si scoglie.
Alice apre gli occhi. Luca le sta sorridendo e senza parlare la invita ad alzarsi e la conduce in una sala attigua dove tutto è preparato per la cerimonia del tè.
Un aroma di erbe si spande nell'aria, la luce è soffusa. Alice cammina a piedi scalzi, la mano in quella di Luca, mentre gli odori del tè si mescolano ai vapori dell'acqua bollente.
Luca la fa sedere a terra, su un cuscino, poi anche lui siede, di fronte a lei.
Fino ad ora non l'ha mai guardata. L'ha toccata tenendole la mano, semplicemente, ma con un'intensità tale che Alice non riesce a smettere di guardarlo; e sà che qualunque parola lei dovesse pronunciare sta sera non sarà un no.
Luca prende la tazza di Alice e ci versa delicatamente l'acqua. I movimenti sono lenti, precisi, come carezze. Nel preciso istante in cui Luca le porge la tazza per farle scegliere il tè, Alice prende la sua mano, guardandolo negli occhi.
Adesso i battiti sono regolari, l'imbarazzo è svanito e la paura è diventata desiderio. Senza neanche pensarci Alice avvicina le sue labbra alla mano di Luca; prima sul dorso poi scendendo verso le dita. Una piccola pressione, quasi una carezza. Indugia piano, con gli occhi socchiusi, nell'incavo fra pollice e indice, percorrendo quella distanza due o tre volte. Fissando i suoi occhi castani in quelli di Luca socchiude le labbra in modo da appoggiarci la punta del pollice, piano, con una lieve pressione sul dito. Piccoli morsi impercettibili, lentamente, sul polpastrello per poi infilarlo in bocca, come i bimbi fanno per leccarsi le dita sporche di panna.
Luca è seduto a gambe incrociate, con lo sguardo segue i movimenti di Alice che si alza in ginocchio per avvicinarsi al viso di Luca. Ora sono occhi negli occhi, labbra a contatto di labbra, respirano insieme continuando a tenersi per mano. Solo un attimo, un attimo ancora e la linea sarà oltrepassata: il gioco diventato desiderio, il desiderio realtà.

lunedì 6 ottobre 2008

Ieri ho ritrovato le tue iniziali nel mio cuore

Sei lì, incastonato come un diamante.
Un diamante non mio.
Vorrei toccarti, sentire da vicino il tuo odore
Ma sei di un'altra e non ne ho il coraggio
Un abbraccio, solo un abbraccio per respirare sul tuo petto
Ma poi vorrei di più, le tue labbra, il tuo sapore
Ti guardo sorridere e mi perdo nel mio desiderio
Fuggo i tuoi occhi che sanno leggere in me
Capiresti in un attimo e sarebbe ancora peggio
Una carezza rubata dalla schiuma di un cappuccino
Gente di corsa verso il lavoro
Io qui a sentirti brillare

domenica 5 ottobre 2008

-a tutti i Don Pedro -

Se non dovessi mai incontrarti in questa vita fà che almeno senta la tua mancanza.