mercoledì 31 dicembre 2008

STRANGE DAYS

In qualche parte del mondo è già domani.
Anything is possible....nothing is forbidden.

Un nuovo anno pieno di desideri, di emozioni, di sospiri e di batticuore.

UN NUOVO ANNO!!!

venerdì 12 dicembre 2008


Scendo le scale dell'uscita dell'aeroporto di Fiumicino e sorrido.

Settimana 12/18 dicembre 2008 - Ariete (21 marzo - 19 aprile)

È ora di dare una festa per tutte le persone che sei stato e per tutti i sé che vivono dentro di te. Invita l'adolescente che ribolliva di potenzialità frustrate e il bambino di quattro anni che pensava solo ai giochi. Chiama anche il tuo io lamentoso ma pieno di speranze, che dall'ombra ti sfida a chiedere di più, e l'eroe coraggioso che a volte si lancia in imprese apparentemente impossibili inseguendo la felicità. E non dimenticare le personalità che hanno contribuito a fare di te quello che sei. Festeggia la tua diversità interiore. Stupisciti di quanto sei bravo a cambiare.


(Thank you Maria)

mercoledì 10 dicembre 2008

La bellezza del tornare indietro

Eppoi il dolore va via.
La rabbia va via.
Resta solo l'affetto, profondo e viscerale, che provi e sai che non svanisce.
Ti guardi negli occhi e ti dai un nuovo inizio.
Con tutto l'amore che puoi.

Allora tutto quello che hai detto o pensato è solo rumore di fondo.
Desidero.
Desidero.
Desidero.
Così intensamente che sembra avverarsi.

domenica 7 dicembre 2008

Amicizia - parte seconda

Getto la spugna!!!
Ci sono cose che non si controllano.
Per le quali un equilibrio è impossibile.
Quando ad ogni passo, volente o nolente, acciacchi una merda, allora è tempo di lasciar perdere.
Fa male.
Fa malissimo.
Ma almeno è un taglio netto.
Ancora una volta.
Col rimpianto di aver fallito ma sapendo di averci provato, provato, provato e ancora provato.
Il resto "is history".

giovedì 4 dicembre 2008

Amicizia - parte prima

Con amicizia si indica un sentimento di affetto vivo e reciproco tra due o più persone dello stesso o di differente sesso. Insieme all'amore, è uno degli stati emozionali fondanti della vita sociale. In quasi tutte le culture, l'amicizia viene intesa e percepita come un rapporto alla pari, basato sul rispetto, la stima, e la disponibilità reciproca, che non pone vincoli specifici sulla libertà di comportamento delle persone coinvolte. In genere, si distinguono diversi gradi di amicizia, dall'amicizia causale legata a una simpatia che emerge fortuitamente in una certa circostanza magari in modo temporaneo, all'amicizia cosiddetta intima, ovvero associata a un rapporto continuativo nel tempo fra persone che arrivano a stabilire un grado di confidenza reciproca paragonabile a quella tipica del rapporto di coppia.

Confucio elencava cinque tipi fondamentali di relazioni interpersonali. La relazione fra imperatore e suddito, quella fra padre e figlio, la relazione fra uomo e donna e quella fra fratello maggiore e fratello minore. Tutti e quattro questi tipi di relazione sono gerarchici, fra superiore ed inferiore. Esiste però una quinta relazione che non è gerarchica, ma avviene fra uguali: è l'amicizia.

Per Aristotele la distinzione più importante è quella fra amicizia fondata sull'utile e quella fondata sulla virtù, l'unica che merita il nome di vera amicizia.

Primo significato: i conoscenti. La maggior parte delle persone che consideriamo nostre amiche sono, in realtà, solo dei conoscenti. Persone, cioè, che non ci sono lontane come la totalità amorfa degli altri. Sappiamo che cosa pensano, che problemi hanno, li sentiamo affini, ci rivolgiamo a loro per aiuto e li aiutiamo volentieri. Abbiamo con loro buoni rapporti. Però non abbiamo una profonda confidenza, non raccontiamo loro le nostre ansie più segrete. Vedendoli non ci sentiamo felici, non ci viene spontaneo di sorridere. Se hanno successo, o ricevono un premio, o hanno un colpo di fortuna, non ci sentiamo felici come se fosse successo a noi. In molte amicizie di questo tipo c'è addirittura invidia, maldicenza, antagonismo. I rapporti ostentatamente cordiali, talvolta, coprono una realtà conflittuale, o una profonda ambivalenza. Certo, queste persone non ci sono estranee, ci sono anzi vicine. Ma perché dobbiamo chiamare amicizia relazioni affettive così diverse? Siamo di fronte ad un uso improprio del termine. Lo era nel passato e lo è oggi.

Secondo significato: solidarietà collettiva. Occorre inoltre distinguere, così come avevano già fatto gli antichi, l'amicizia dalla solidarietà . In questo secondo senso, amici sono tutti coloro che stanno dalla nostra parte, per esempio in una guerra. Da un lato gli amici, dall'altro i nemici. Questo tipo di solidarietà non ha nulla di personale. Colui che porta la mia stessa divisa è amico; ma di lui non so nulla. A questa stessa categoria appartengono le forme di solidarietà che si costituiscono nelle sette, nei partiti e nelle chiese. I cristiani si chiamano fra loro fratelli o amici. I socialisti compagni, i fascisti camerati. Siamo sempre, però, in presenza di legami collettivi, non di rapporti rigorosamente personali.

Terzo significato: relazioni di ruolo. È la classe delle relazioni di tipo personale, ma basate sul ruolo sociale. Abbiamo qui l'amicizia secondo l'utile, sia quella dei soci in affari, sia quella dei politici. Questo tipo di legami ha ben poco di affettivo, e dura finché dura l'utile da salvaguardare. Vi troviamo, inoltre, molte relazioni professionali, fra colleghi di lavoro e fra vicini di casa.

Quarto significato: simpatia e amichevolezza. Arriviamo, infine, alla categoria costituita dalle persone con cui ci troviamo bene, che ci sono simpatiche, che ammiriamo. Anche in questo caso, però, occorre essere prudenti ad usare l'espressione amicizia. Spesso si tratta di stati emotivi labili, superficiali.

Quinto significato: amico personale, a cui vogliamo bene e che ci vuole bene. Quest'ultimo tipo di amicizia appartiene ad una classe più ristretta di relazioni interpersonali: le relazioni di amore. Quando pensiamo ai nostri amici più cari, alla vera amicizia, pensiamo ad una forma di amore fra persone. È facile distinguere l'amicizia dalle relazioni sociali più superficiali, dai rapporti utilitaristici o da quelli fondati su ruoli professionali.


"Tre dunque sono le specie di amicizie, come tre sono le specie di qualità suscettibili d'amicizia: e a ciascuna di esse corrisponde un ricambio di amicizia non nascosto. E coloro che si amano reciprocamente si vogliono reciprocamente del bene, riguardo a ciò per cui si amano. Quelli dunque che si amano reciprocamente a causa dell'utile non si amano per se stessi, bensì in quanto deriva loro reciprocamente un qualche bene; similmente anche quelli che si amano a causa del piacere. (...)L'amicizia perfetta è quella dei buoni e dei simili nella virtù. Costoro infatti si vogliono bene reciprocamente in quanto sono buoni, e sono buoni di per sé; e coloro che vogliono bene agli amici proprio per gli amici stessi sono gli autentici amici (infatti essi sono tali di per se stessi e non accidentalmente); quindi la loro amicizia dura finché essi sono buoni, e la virtù è qualcosa di stabile; e ciascuno è buono sia in senso assoluto sia per l'amico. Infatti i buoni sono sia buoni in senso assoluto, sia utili reciprocamente.

(Aristotele, Etica Nicomachea, cit., libro VIII, cap. 3, pp. 196-199).