domenica 30 novembre 2008

Hold me (D.Silvestri)

Hold me tightly, never let me go
keep your memories inside I don't want to know
it's not the first time, it shouldn't be the last
so just hug me baby and forget the rest
hold me quietly any word is vain
sembra già perfetto and you don't need to explain
tomorrow is so far but tonight is true
non capisco baby, non ti seguo più

io non ho le parole da dirti o il coraggio di farti capire, darling
cosa sai di me
ma se solo una volta, un'unica volta mi guardi negli occhi e non parli
magari
puoi sentirmi piangere


Hold me, love me, ma che senso ha
stare così bene se non durerà
Hold me, trust me don't you go away
io impazzisco baby e tu invece pensi che

che anche questa storia finisce e come tutte le storie alla fine sparisce
honey
e questo non mi va
ma non è questa stupida lingua è la vita degli altri
che insegna e ferisce, e domani ci dividerà

e invece
e invece tu non sai...

venerdì 28 novembre 2008

Mare dal molo

[...]

Perchè in fondo il mare ha un lato
un solo lungo lato blu
e anche lo sguardo più allenato
non può vederne mai di più

mentre chi vive accanto a un fiume
anche se è grande come qui
vede benissimo il confine
e non può credere ai miracoli
[...]

Qui non è successo niente
e non credo cambierà
come quest'acqua tra le sponde
non si ferma, ma in realtà

non ha mai cambiato il senso
e del resto come può
a quel mare io ci penso
ma mi fa paura... un po'.

mercoledì 26 novembre 2008

Spocchia dirigenziale

Ascolto (in)attivo
...e io che vorrei altro... si ma cosa?
Fastidio della consuetudine.
Voglia di novità.
O forse sento che è alle porte e vorrei accelerasse.
Vieni da me ogni tanto.
Vieni per me.
Cercami per un sospiro.
Scrivimi una parola sola.
Portami lontano con il pensiero.
Adagio.
Adagiati.
Fato e desideri.

venerdì 21 novembre 2008

Ricordi sbocciavan le viole
con le nostre parole
"Non ci lasceremo mai, mai e poi mai"

Correre

Nel buio di una sera d'inverno, con un leggera pioggia che scende. Fuori l'odore delle foglie intrise e il rumore dei tuoi passi attutiti.
Vorresti correre, via, veloce, per sentire il cuore che ti batte all'impazzata.
Vorresti urlare, un urlo di gola, profondo come la morsa che senti allo stomaco.
Suoneresti tutti i campanelli di un palazzo.
Sfrecceresti in auto con lo stereo al massimo solo per sentire le vibrazioni del suono distorto.
Veloce, velocità, vento, vortice.
Spostata come una foglia.
Invece aspetti.

domenica 16 novembre 2008

Autunno al mare - Liga courtesy

Se ti vuoi
fidare davvero di me
Fallo fino in fondo
Oh, fino in fondo.
Fatti piu' vicina
Regalami il tuo sogno
Regalami il tuo sogno
te lo custodirò
te lo conserverò
finchè ne avrai bisogno
Regalami il tuo sogno.
Guardami negli occhi
deciderai poi
se aver paura
Regalami il tuo sogno
Regalami il tuo sogno
te lo conserverò
te lo custodirò
finchè ne avrai bisogno

giovedì 13 novembre 2008

devi e/o puoi. Vuoi?

lunedì 10 novembre 2008

- Profondamente me -

Apro gli occhi al nuovo giorno, se fossi un uomo li aprirei al nuovo giorgio.
Il gatto, o meglio la gatta sul tetto che scotta, miagola per il cibo. Scatoletta, apri-scatoletta, cucchiaino e verso nel piattino per il gattino, è domenica!! Tutto è più rilassato e anche il vezzeggiativo ha il suo perchè.
Cucinare o non cucinare, se Hamlet (o omelette?) non fosse stato un principe forse sarebbe stato un ranocchio. Ma il dubbio rimane.
Domani è un altro giorno, infatti è lunedì, e tutto scorre e torna a essere l'inizio di una nuova setimana; panta rei ma anche panta-loni visto che il clima non è cosi climente. Deprimente, quattro parole in fila per 6 col resto di 2, rigirate alla bell'è meglio per raccontare una domenica mattina di sole in provincia. Onde siccome suole, ornare ella s'appresta, deliri di un giorno di festa.

domenica 9 novembre 2008

Vorrei che ti prendessi una parte di me
Che la portassi dentro, addosso
Che ti bastasse ma che ti facesse sentire il desiderio di me
Vorrei che ci fosse, ogni tanto, un tuo sorriso solo mio
Che corressi qui, solo per un abbraccio per poi fondersi nel desiderio più profondo
Vorrei sapere che mi vuoi
Vorrei sapere che non chiederai
Vorrei di nuovo le tue labbra
Vorrei dormire e dimenticare

giovedì 6 novembre 2008

- Ai soliti noti, come centro di gravità permanente-

Desiderio
è uno stato di affezione dell'io, consistente in un impulso volitivo diretto a un oggetto esterno, di cui si desidera la contemplazione oppure, più facilmente, il possesso.
La condizione propria al desiderio comporta per l'io sensazioni che possono essere dolorose o piacevoli, a seconda della soddisfazione o meno del desiderio stesso. Dolore morale per la mancanza della persona amata o dell'oggetto o condizione di cui si ha assolutamente bisogno. Ma anche la gradevole e coinvolgente sensazione di poter presto rivivere un momento o situazione in qualche modo piacevole, che la mente riesce a rievocare in modi più o meno evanescenti e/o realistici rispetto alle percezioni dell'esperienza effettivamente vissuta.

A parte che gli anni passano per non ripassare più
e il cielo promette di tutto ma resta nascosto lì dietro il suo blu
ed anche le donne passano qualcuna anche per di qua
qualcuna ci ha messo un minuto
qualcuna è partita ma non se ne va [...]
A parte che i tempi stringono e tu li vorresti allargare
e intanto si allarga la nebbia e avresti potuto vivere al mare.
Ed anche le stelle cadono alcune sia fuori che dentro
per un desiderio che esprimi te ne rimangono fuori altri cento.


Desidero che tu ci sia.
Desidero la tua voce.
Desidero sentirti, in un modo nuovo, irrazionale e unico.
Desidero condividere, scambiare ed essere.
Desidero che tu veda, finalmente, chi sono. Senza maschere e senza i filtri della ragione.
Desidero che tu ti fidi, che accolga e lasci andare.
Desidero ardentemente ma onestamente.

Altro non posso, finchè anche tu non desideri.


lunedì 3 novembre 2008

L'isola - a tutti quelli che restano al limitar del ponte

Ci sono isole collegate alla terraferma con un ponte.
Per visitarle devi attraversare il ponte; non ci puoi capitare per caso, devi volerci andare.
Devi scegliere di attraversare quel ponte.
Lasciare la terraferma è una scelta; staccarsi dalla quotidianità, dalla normalità, per andare in cerca di nuove prospettive, nuovi colori.
Ci vuole coraggio per varcare quel confine. Sappiamo cosa stiamo lasciando ma non cosa troveremo.
Ciò che troveremo sarà per sempre.
Un'isola, una volta scoperta, ti cambia, non la lasci più, non torni più indietro.
Per questo i più si fermano al limitare del ponte, e osservano.
Hanno paura.
Ma quando riesci a farti coraggio, a incamminarti su quel ponte, mentre la terraferma si allontana, quello che vedi attorno a te è un nuovo spazio, un nuovo equilibrio.
Non siamo in molti sull'isola e quelli che ci sono stati si riconoscono fra mille.
Il loro sorriso è più luminoso e gli abbarcci son più avvolgenti.
Non hanno più perchè, nè domande a giustificare le azioni.
Vivono nel desiderio di essere, se stessi.

sabato 1 novembre 2008

è già novembre.....