mercoledì 28 ottobre 2009

Tramonto

Sento il rumore dei miei passi mentre mi allontano.
Sento che è la strada giusta, la cosa giusta.
Lasciarsi senza lasciarsi.
Ti amo. Di un amore profondo.
Ti amo. Ma è come se non ti amassi più.
Come se non ci fosse più nulla da dire, da scoprire.
Non c'è.
Solo un senso d'immobilità.
Solo il richiamo della mia strada. Quella che devo percorrere da sola.
Quella che mi porta via. Anche se resto.
Quella che mi dice che ho perso. Anche se ho guadagnato molto di più.
E' un addio senza che lo sia.
E' un addio, anche se non vuole esserlo.
E' una partenza.


sabato 24 ottobre 2009

Pablo Neruda - per le mie idee confuse

SABRÁS que no te amo y que te amo
puesto que de dos modos es la vida,
la palabra es un ala del silencio,
el fuego tiene una mitad de frío.

Yo te amo para comenzar a amarte,
para recomenzar el infinito
y para no dejar de amarte nunca:
por eso no te amo todavía.

Te amo y no te amo como si tuviera
en mis manos las llaves de la dicha
y un incierto destino desdichado.

Mi amor tiene dos vidas para amarte.
Por eso te amo cuando no te amo
y por eso te amo cuando te amo.

giovedì 8 ottobre 2009

Pomeriggio

Penso a un tuo bacio, rubato, veloce.
Sorridi mentre guidi. Un sorriso ampio, leggero, che contagia gli occhi, illuminandoli.
Sei stanco, preoccupato.
"Cedo", dici.
Gli occhi sono seri, ora.
Parlandoti prendo la tua mano e l'accarezzo, piano, sul palmo, e vorrei portare via quel peso che ti rallenta.
Se non fossimo nel traffico della città metterei la tua testa sulle mie ginocchia e ti accarezzerei come si fa per addormentare i bambini. Le mie mani nei tuoi capelli. Ascoltando piano la tua voce che si racconta.
Un attimo e sei già lontano.

giovedì 1 ottobre 2009

Nè di Eva nè di Adamo (Amélie Nothomb)

"Può capitare che la fuga sia un gesto d'amore. Per amare ho bisogno delle mia libertà. Parto per preservare la bellezza di quello che provo per te. Non cambiare. [...]La fuga da la più grande sensazione di libertà che si possa sperimentare. Ci si sente più liberi a fuggire che a non avere niente da cui fuggire. [...] D'altronde, c'è sempre qualcosa da cui fuggire. Non foss'altro che da sé stessi."

Tutte le volte ci provo. Con tutta me stessa, mi dico: "E' finita. Non c'è futuro. Gira pagina, vai avanti. Lasciati tutto dietro le spalle, così, senza una parola. Semplicemente vivi la tua vita, lontano."

"Dire a qualcuno che è finita è brutto e falso. Non è mai finita. Anche quando non si pensa più a qualcuno, come dubitare della sua presenza dentro di sé? Una persona che ha contato qualcosa conta per sempre."

E riemerge, ogni volta, prepotente, quel sentimento per cui ti odio, sì, ti odio. Di un odio strisciante che non vuole farti del male ma non ti perdona. E' più un rancore, sordo, per la tua colpa di non volere me. Ma, allo stesso tempo, ti amo. Di un amore assoluto, che nulla potrà cambiare.
Mi stringe la consapevolezza che non c'è posto in cui fuggire perchè quello che sono, quello che sento, è più forte di qualunque fuga.

E allora torno.

mercoledì 30 settembre 2009

Germogli

Il sentimento che provo è nato spontaeamente sulle rocce, fragili, della mia anima. Ha trovato il giusto clima, mite, temperato, e poi ha fatto tutto da solo.
E' cresciuto, si è arrampicato, fino a stringerla e soffocarla quell'anima. Si nutriva dello stesso nutrimento, della stessa passione, e con essa cresceva.
Le radici affondavano nell'attrazione, chimica; i rami si avvolgevano sulla scoperta quotidiana e sulla riscoperta; la linfa vitale scorreva grazie ai momenti passati a osservarci, scrutarci, analizzarci.
La passionalità nelle piccole cose era l'acqua che nutriva i nuovi germogli.
La lontananza, scelta improvvisamente, è stato il vento di tempesta che si è abbattuto scuotendo fortemente pianta e anima.
Hanno retto. Nonostante tutto.
Ne portano i segni.
Più di tutti l'anima.

martedì 15 settembre 2009

Fiaba su misura - lieto fine

Ad Acapulco Alice e Marco se ne stavano sdraiati su un lettino sotto un ombrellone, in riva al mare.
Gli occhiali da sole indossati e le braccia mollemente adagiate fuori dai lettini da mare.
Si godevano la vacanza, probabilmente l'unica da e per un bel po' di tempo; anzi, un vero colpo di fortuna inaspettato, quel viaggio.
Passavano le loro giornate prendendo il sole, bevendo freschi cocktail e danzando al ritmo messicano dopo cena.
Anche quel giorno sarebbe passato allo stesso modo: spiaggia, aperitivo e danze.
Marco alza la testa guardandosi intorno, abbassa gli occhiali e propone di bere qualcosa.
Si alza per recarsi al bar dei cocktail dove ordinare qualche cosa da bere ma, ahimè, manca la menta per il mojito.
Come è possibile!! E adesso come faranno???
Quella era la serata del mojito!!!
Invano il barman cerca di proporre una caipiroska, magari alla pesca.
Marco vuole il mojito.
E' importante bere mojito proprio quella sera.
Alice, ordina spesso mojito, anche in Italia, e sa che può accadere di sovente che manchi la menta. A dire il vero non immaginava che potesse succedere prorpio in Messico, ma ormai è preparata all'evenienza.
Quindi, accorre col succo di menta in gocce e il mojito è bell'e fatto!!!
Certo non è la stessa cosa che sorseggiare il cocktail con le foglioline che galleggiano fra i ghiacci, ma
finalmente poterono brindare al tramonto con gli ombrellini nei bicchieri.

lunedì 14 settembre 2009

Mare di Sicilia - dentro gli occhi

Tavolini in riva la mare, il rumore delle onde e all'orizzonte il cielo grigio. Nuvole cariche d'acqua. Di fronte a me, con me, quegli occhi: grigi, pensierosi.
Gli stessi occhi di sempre, solo più lontani.
Inafferrabili.
La "brioscia" è calda, appena sfornata, e il profumo si mescola a quello della granita di mandorle.
Improvvisamente si alza il vento e il temporale risuona tutto intorno.
I tavolini si svuotano in fretta, tutti cercano riparo sotto la tettoia e io resto lì; con gli occhi, negli occhi.
Da lontano mi chiamano per farmi rientrare, ma non li sento.
Sento solo caldo al cuore e le lacrime cominciano a scendere da sole; acqua nell'acqua di pioggia.
I miei occhi, adesso. Gli stessi di sempre, ma sempre soli.
Lontano, lontano dalla Sicilia, lontano da me, quegli occhi, i suoi occhi, guarderanno un altro temporale e vedranno solo il temporale.

E io, bagnata di pioggia, a desiderare.

lunedì 7 settembre 2009

Emozione SI.No.(s)SI

Ho fatto le prove. Abbiamo allestito la scena, il set (come si dice in gergo). Ancora qualche ritocco e poi è tutto pronto.
Oggi, 7 settembre (cavolo che data!!!), in un appartamento vuoto di Latina, un gruppo di artisti e tecnici si appresta a girare un cortometraggio.
Dovrebbe essere tutto tranquillo, normale, e invece ho le farfalle nello stomaco come al primo appuntamento. La stessa emozione che provavo alle medie quando guardavo adorante il ragazzo che mi piaceva.
Il cuore va a mille. La salivazione è azzerata. Neanche fosse un esame all'università.
E sarò da sola.
Sola con le mie scelte registiche. Sola davanti alla responsabilità di imprimere su pellicola la storia. Per darle lustro, per renderle merito.
Sola a fare sì che il lavoro di tutti noi, di tutti loro (dal soggettista, agli attori, ai tecnici, alla truccatrice e ai musicisti che fiduciosi ci hanno regalato la colonna sonora), non sia un clamoroso flop. Una banalità, come ce ne sono un'infinità a sporcare pellicola.
Ancora una volta sola. In autonomia.
Eppure desidero ardentemente condividere questa emozione. Desidero i suoi occhi a guardare quello che vedo mentre dirigo. Le sensazioni mentre il film prende vita, forma; la storia si snoda lenta e veloce, modificata per lo schermo.
La mia forma d'arte, il mio talento (?) la mia passione.

lunedì 20 luglio 2009

Cassetti e sogni

Oggi hanno scardinato quel cassetto...sì quello dei sogni; quello chiuso a chiave in cui metti tutto ciò che desidereresti dal futuro.
L'ho trovato mezzo aperto con parte del contenuto sparso un po' qua e un po' là...sul pavimento.
A quel punto ho dovuto guardarci dentro.
C'erano prevalentemente ricordi di momenti bellissimi che vorresti tornassero, almeno in parte, almeno simili.
C'era il tuo IO razionale, un po' sgualcito ma ancora funzionante.
Cartoline, scontrini, matite smozzicate, biglietti di cinema e teatri ormai chiusi.
Poi c'erano viaggi e spettacoli; tanti spettacoli e molti copioni.
E poi c'era l'amore.
Chiuso in una scatola scolorita. Se non avessi sentito il peso l'avrei buttata senza aprirla, tanto era lisa.
Appena sollevato il coperchio l'ho visto e l'ho riconosciuto, anche se ormai era ammaccato. Ho sorriso nell'osservare tutto l'amore racchiuso in quella scatola e mentre sorridevo hanno cominciato a scendere le lacrime; calde, salate, insieme a singhiozzi sempre più forti.
La disperazione è uscita da quei resti stropicciati d'amore. Era lì, nascosta. In attesa che riaprissi quella scatola.
L'amore, ammaccato, dolorante ma ancora vivo, ha lottato ma la disperazione è stata più forte e tra i sogni nel cassetto ha fatto entrare la disillusione e il freddo realismo.
Le emozioni si sono accartocciate una sull'altra e vivo, splendente, è saltato fuori il sogno. Quello vero. E insieme a lui la triste consapevolezza di non poterlo realizzare mai. Il tempo non mi aiuterà e certi odori e sapori non andranno mai via.
Resterò a guardare quel sogno infrangersi.
Capendo, finalmente cos'è che non volevo guardare in quel cassetto colmo.
E mi arrendo.
Delusa.

giovedì 7 maggio 2009

Piece of heart

Pezzi piccoli di cuore, minuscole particelle pulsanti, atomi.
Guardo l'espressione seria e corrucciata sul tuo volto, la barba leggermente incolta, e vorrei stringerti, abbracciarti, portarti per mano su quel piccolo molo in disuso. Ti farei sedere, senza scarpe, coi piedi a penzoloni verso l'acqua. Io, accanto a te, poggerei la mia testa sulla tua spalla; gli occhi socchiusi. Ascolterei mentre mi riveli, ti riveli.

E il mio cuore non è più solo mio.

mercoledì 29 aprile 2009

MP3

"Oh, voglio aria
Oh, ho un desiderio per aria
Niente come lei mi disperde"
L'MP3 intonava le note di Morgan e Alice canticchiava soprapensiero, lunghi passi verso un bel pomeriggio di sole.
L'aria era finalmente calda, primavera inoltrata.
Camminare, guardarsi attorno e avanzare, dentro la bolla del suo lettore digitale.
Era come nuotare, i sensi all'erta: la vista, l'olfatto, il tatto ma con l'udito ovattato nell'acqua circostante. Ora, l'acqua erano le note che seguivano il ritmo dei suoi passi.
Il profumo della campagna, dell'erba tagliata e della terra, rendevano suggestiva la vista intorno a lei.
Ancora qualche minuto e sarebbe arrivata a desinazione. Si immaginava il sorriso di Marco ad attenderla davanti ad un birra media, bionda, fredda.
Non si accorse dello stridio dei freni della moto, nè dell'impatto che ne seguì. Vide solo avvicinarsi il cielo come da piccola sull'altalena.
Ricadde di schiena.
Gli occhi le si serrrarono in una fitta di dolore, un sapore acre in bocca (ecco anche il gusto) le ricordò il bloody mary che era solita prendere con Claudia.
L'MP3 suonava ancora "
E se voglio ritrovare la ragione
Devo cominciare da me
Rivelarmi in questa mia contraddizione:
Saper scegliere una fine e starla ad aspettare".
Marco era già alla seconda birra media, bionda, fredda.

giovedì 23 aprile 2009


Tam te basia multa basiare (che tu dia così tanti baci) - Catullo

"Parlavamo d'un..."

"...bacio! Nè vedo in verità perchè la vostra bocca sia così timorosa. Se la parola è dolce, che sarà mai la cosa? Irragionevol tema non vi turbi la mente: poco fa non lasciaste quasi insensibilmente l'arguto cinguettio per passar senza schianto dal sorriso al sospiro e dal sospiro al pianto? Ancora un poco, un poco solo ancora, vedrete: non c'è dal pianto al bacio che un brivido..."

"Tacete !"

"Ma poi che cosa è un bacio? Un giuramento fatto un poco più da presso, un più preciso patto, una confessione che sigillar si vuole, un apostrofo roseo messo tra le parole "t'amo"; un segreto detto sulla bocca, un istante d'infinito che ha il fruscio di un'ape tra le piante, una comunione che ha gusto di fiore, un mezzo di poter respirare un po' il cuore e assaporarsi l'anima a fior di labbra..."

martedì 21 aprile 2009

MI RITORNI IN MENTE....


E' vero! Si evolve. "Tutto scorre" (Parmenide - chi era costui?)
"Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma" (legge della conservazione della massa)
"Siamo frutto del nostro passato" e chi più ne ha più ne metta...
Inevitabilmente, nel corso della vita pensiamo a alle persone conosciute nel passato, alle cose fatte. Spesso rimuoviamo le brutte e ricordiamo solo le belle. Quanta gente pensa a noi e noi non lo sappiamo. Tutto questo bagaglio di ciò che siamo stati lo portiamo in giro più o meno consapevolmente. Così come, più o meno consapevolmente, il nostro io ci "ritorna in mente" quelli che ci sono stati più cari, i nonni ormai scomparsi, gli amici d'infanzia...quella ragazza che ci ha fatto palpitare il cuore e ci si domanda come sarà ora, dove sarà ora?
E qui, la rete, tentacolare, capillare, con i suoi strumenti campeggia e lampeggia sui nostri schermi rituffandoci in Un passato più consapevole.
Ma la rete da sola non può molto. Ha bisogno della nostra complicità e allora eccolo, il
tuo primo amore che ti chiede come va, ti racconta di sè e si lascia languidamente avvolgere dalla nostalgia di quando voi...
Che tuffo al cuore!!!! Prima reazione spontanea.
Si chiacchiera del più e del meno e poi.......eccolo là: dietro l'angolo il passato, il tuo ieri.
Ma sono passati anni!! Perchè dopo "secoli", dopo una vita vissuta, scorsa, dolori , ferite, gioie, esperienze e mutamenti, dovremmo ripensare a quando noi....
Qual è lo scopo, l'utilità, di sentirsi dire "tu sei", "tu eri", da qualcuno che inevitabilmente ha una visione solo parziale di ciò che siamo, che ha perso tappe importanti della tua vita e pretende di spiegarti il tuo io più profondo che talvolta tu stesso non hai ancora scoperto.
E' proprio vero: anche se tu hai chiuso con il passato, il "passato" non ha chiuso con te!
E tu rimani lì allibito, quasi assediato, di fronte ad uno specchio che riflette un'immagine di te distorta, parziale, irriconoscibile.
Non è la rete. E' l'interlocutore della rete.
Non è lo strumento. E' chi c'è dietro.
Allora, vedi come i tuoi passi siano stati quelli che dovevano essere, non rimozione ma, shock (stordimento), protesta (incredulità e negazione), disperazione (collera), separazione (depressione, accettazione, elaborazione dell'esperienza. Mentre dall'altro lato, nella migliore delle ipotesi, si è fermi alla collera e si continua a protestare, inutilmente, su ciò che è stato che ci fa male, ancora.
Senza voler ammettere che siamo lì, attratti dal "vecchio" disponibile su nuovi mezzi, per una rivincita su ciò che ci ha fatto soffrire. Ancorati a un passato che non VOGLIAMO lasciare andare.
Eppure, citando, "if you (really ndr.) love somebody let them free", oppure "Lascia che sia tutto così e il cielo sbiadiva dietro le gru; no, non cambiare mai e abbi cura di te della tua vita del mondo che troverai..."

domenica 11 gennaio 2009

11/01/2009

Voglio farti un regalo
Qualcosa di dolce
Qualcosa di raro
Non un comune regalo
Di quelli che hai perso
Mai aperto
O lasciato in treno
O mai accettato