martedì 21 aprile 2009

MI RITORNI IN MENTE....


E' vero! Si evolve. "Tutto scorre" (Parmenide - chi era costui?)
"Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma" (legge della conservazione della massa)
"Siamo frutto del nostro passato" e chi più ne ha più ne metta...
Inevitabilmente, nel corso della vita pensiamo a alle persone conosciute nel passato, alle cose fatte. Spesso rimuoviamo le brutte e ricordiamo solo le belle. Quanta gente pensa a noi e noi non lo sappiamo. Tutto questo bagaglio di ciò che siamo stati lo portiamo in giro più o meno consapevolmente. Così come, più o meno consapevolmente, il nostro io ci "ritorna in mente" quelli che ci sono stati più cari, i nonni ormai scomparsi, gli amici d'infanzia...quella ragazza che ci ha fatto palpitare il cuore e ci si domanda come sarà ora, dove sarà ora?
E qui, la rete, tentacolare, capillare, con i suoi strumenti campeggia e lampeggia sui nostri schermi rituffandoci in Un passato più consapevole.
Ma la rete da sola non può molto. Ha bisogno della nostra complicità e allora eccolo, il
tuo primo amore che ti chiede come va, ti racconta di sè e si lascia languidamente avvolgere dalla nostalgia di quando voi...
Che tuffo al cuore!!!! Prima reazione spontanea.
Si chiacchiera del più e del meno e poi.......eccolo là: dietro l'angolo il passato, il tuo ieri.
Ma sono passati anni!! Perchè dopo "secoli", dopo una vita vissuta, scorsa, dolori , ferite, gioie, esperienze e mutamenti, dovremmo ripensare a quando noi....
Qual è lo scopo, l'utilità, di sentirsi dire "tu sei", "tu eri", da qualcuno che inevitabilmente ha una visione solo parziale di ciò che siamo, che ha perso tappe importanti della tua vita e pretende di spiegarti il tuo io più profondo che talvolta tu stesso non hai ancora scoperto.
E' proprio vero: anche se tu hai chiuso con il passato, il "passato" non ha chiuso con te!
E tu rimani lì allibito, quasi assediato, di fronte ad uno specchio che riflette un'immagine di te distorta, parziale, irriconoscibile.
Non è la rete. E' l'interlocutore della rete.
Non è lo strumento. E' chi c'è dietro.
Allora, vedi come i tuoi passi siano stati quelli che dovevano essere, non rimozione ma, shock (stordimento), protesta (incredulità e negazione), disperazione (collera), separazione (depressione, accettazione, elaborazione dell'esperienza. Mentre dall'altro lato, nella migliore delle ipotesi, si è fermi alla collera e si continua a protestare, inutilmente, su ciò che è stato che ci fa male, ancora.
Senza voler ammettere che siamo lì, attratti dal "vecchio" disponibile su nuovi mezzi, per una rivincita su ciò che ci ha fatto soffrire. Ancorati a un passato che non VOGLIAMO lasciare andare.
Eppure, citando, "if you (really ndr.) love somebody let them free", oppure "Lascia che sia tutto così e il cielo sbiadiva dietro le gru; no, non cambiare mai e abbi cura di te della tua vita del mondo che troverai..."

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