venerdì 17 ottobre 2008

Labbra

Alice teneva gli occhi chiusi.
Se ne stava seduta sul letto, al buio, con le gambe in grembo.
La stanza dell'hotel era bella e confortevole ma non riusciva a sentirsi a suo agio.
Continuava a girarle in testa la stessa domanda:" Qual è il confine fra gioco e desiderio, fra desiderio e realtà?"
Il cuore le batteva forte. Ogni muscolo era contratto nell'attesa di sentire aprire la porta.
Le sembrava fosse ormai passato un secolo; cominciavano a farle male i muscoli delle gambe. Finalmente il rumore della serratura che scatta, la porta che si apre e la luce che si accende.
Alice rimane immobile, con gli occhi ancora chiusi.
Una sensazione mista di paura e imbarazzo la pervade.
Aspetta che sia lui a fare il primo passo. E lui lo fa: si avvicina, non sa se stia sorridendo, le prende il mento fra le mani e la bacia, sulla guancia.
L'ansia si scoglie.
Alice apre gli occhi. Luca le sta sorridendo e senza parlare la invita ad alzarsi e la conduce in una sala attigua dove tutto è preparato per la cerimonia del tè.
Un aroma di erbe si spande nell'aria, la luce è soffusa. Alice cammina a piedi scalzi, la mano in quella di Luca, mentre gli odori del tè si mescolano ai vapori dell'acqua bollente.
Luca la fa sedere a terra, su un cuscino, poi anche lui siede, di fronte a lei.
Fino ad ora non l'ha mai guardata. L'ha toccata tenendole la mano, semplicemente, ma con un'intensità tale che Alice non riesce a smettere di guardarlo; e sà che qualunque parola lei dovesse pronunciare sta sera non sarà un no.
Luca prende la tazza di Alice e ci versa delicatamente l'acqua. I movimenti sono lenti, precisi, come carezze. Nel preciso istante in cui Luca le porge la tazza per farle scegliere il tè, Alice prende la sua mano, guardandolo negli occhi.
Adesso i battiti sono regolari, l'imbarazzo è svanito e la paura è diventata desiderio. Senza neanche pensarci Alice avvicina le sue labbra alla mano di Luca; prima sul dorso poi scendendo verso le dita. Una piccola pressione, quasi una carezza. Indugia piano, con gli occhi socchiusi, nell'incavo fra pollice e indice, percorrendo quella distanza due o tre volte. Fissando i suoi occhi castani in quelli di Luca socchiude le labbra in modo da appoggiarci la punta del pollice, piano, con una lieve pressione sul dito. Piccoli morsi impercettibili, lentamente, sul polpastrello per poi infilarlo in bocca, come i bimbi fanno per leccarsi le dita sporche di panna.
Luca è seduto a gambe incrociate, con lo sguardo segue i movimenti di Alice che si alza in ginocchio per avvicinarsi al viso di Luca. Ora sono occhi negli occhi, labbra a contatto di labbra, respirano insieme continuando a tenersi per mano. Solo un attimo, un attimo ancora e la linea sarà oltrepassata: il gioco diventato desiderio, il desiderio realtà.

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