domenica 28 settembre 2008

L'insostenibile leggerezza dell'essere

Ci sono donne che nascono Sabina e donne che nascono Tereza.
E' nella natura delle cose.
Sabina è la migliore amica, erotica, è la passione, il desiderio, la libertà di essere se stessi, è la similitudine, lo specchio, colei che la pensa allo stesso modo, il rifugio in cui non si deve mentire, la leggerezza.

Tereza arriva con una pesantissima valigia e una espressione infantile, è arrivata per restare altrimenti non saprebbe dove andare, è tenera e indifesa come un bimbo, ha platealmente bisogno di essere accudita, non si ha il coraggio di lasciarla andare e si resta con lei.
Contro Tereza nessuna Sabina è vincente.
Potranno esserci infinte fughe verso Sabina ma "Tomas" (il protagonista di Kundera) tornerà sempre e comunque da Tereza, anche se non è felice, anche se non è una scelta ma un dovere.
Solo con Tereza Tomas sa di avere un posto, un ruolo, un senso. Non deve chiedere e non ha bisogno di dimostrare, gli basta esserci.
Con Sabina, invece, deve rischiare, rischiare di non essere all'altezza, spendersi, conquistare quel posto giorno dopo giorno, ogni giorno.
Il cuore batte più forte, il sangue scorre nelle vene, ti senti vivo ma devi buttarti e rischiare di cadere.
E perchè mai, quando hai chi ti aspetta e non chiede?
Ecco: la leggerezza dell'essere è insostenibile.


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